Società

Scuola, Arcigay: “Riconoscere le carriere Alias”

Una persona trans al giorno perde la vita per cause non naturali. Sono 5 mila dal 2008 ad oggi: un numero esorbitante in costante crescita. Basti pensare che dal 2019 ad oggi l’incremento è stato dell’8%.

L’universo trans rappresenta una fetta della popolazione mondiale che si assesta intorno all’1% e ancora oggi, persino in realtà apparentemente liberali ed egualitarie come l’Occidente, la situazione legata a
discriminazioni e intolleranze è inacettabile.

“Come Arcigay Messina Makwan abbiamo voluto aprire uno sportello ascolto, psicologico e legale stare a fianco di chi affronta l’iter di transizione. Un percorso articolato, complesso e non privo di difficoltà per chi lo intraprende”, dichiara il presidente Rosario Duca.Abbiamo inoltre presentato istanze attraverso il nostro sportello legale all’amministrazione comunale chiedendo il coinvolgimento del Provveditore agli studi di Messina. Istanze che stanno seguendo il loro percorso e che auspichiamo presto diano i frutti concreti. Siamo solidali e sosteniamo con forza  ogni marcia e qualsiasi manifestazione prevista il 20 novembre poiché le riteniamo positive e necessarie, ma, come associazione, oltre alla protesta per le mancate tutele, portiamo avanti battaglie che riteniamo essenziali”.

Le carriere alias nelle scuole

Il 20 Novembre si ricordano le vittime di transfobia. “Come commemorarle al meglio se non provando a ottenere garanzie per chi vive la propria identità in chiave transitoria? Prima tra tutte quella del riconoscimento delle carriere Alias all’interno delle istituzioni scolastiche. Affinché i nostri giovani non abbiano a subire quotidianamente nel loro già complicato percorso di crescita, di conoscenza e di riconoscimento della propria individualità, quell’insopportabile discriminazione data dalla necessità burocratica di incasellare un individuo in una categoria di genere che non sente propria.”

Questo è molto altro Arcigay Makwan Messina porta avanti: “Lo dobbiamo a noi stessi, alla memoria delle vittime dell’odio Transfobico, a chi verrà dopo di noi. Disintegrare una cultura dell’intolleranza e della repressione è essenziale. È necessario tradurre in realtà lo slogan “Mai più assassini per l’identità di genere o per l’orientamento sessuale”, e questo passa di certo da maggiore consapevolezza, e da una
rivoluzione culturale fondata su conoscenza e rispetto dell’altro da sè”, 
conclude Duca.