MESSINA – E’ unica in Italia ed è destinata a fare scalpore la sentenza del Tribunale del Lavoro di Roma che da ragione ad una docente messinese e che dichiara illegittime le assegnazioni dei docenti dalla Graduatoria provinciale supplenze effettuate tramite algoritmo.
Accogliendo il ricorso dell’avvocato Vincenzo La Cava, che assiste la docente peloritana, la II sezione Lavoro del Tribunale di Roma (presidente Antonianna Colli), ha respinto l’opposizione dell’Ufficio scolastico provinciale di Roma e del Ministero, condannandoli a pagare gli “arretrati” spettanti alla docente a far data da quando sarebbe entrata in servizio, se la sede le fosse stata assegnata legittimamente.
L’insegnante lamentava di non essere riuscita a scegliere sede idonea perché “retrocessa” nelle graduatorie, vedendo assegnati i posti dando la precedenza a chi aveva punteggi inferiori, perché aveva presentato rinuncia per alcune collocazioni tramite la procedura telematica, ma il famigerato algoritmo l’ha considerata automaticamente rinunciataria anche per gli altri indirizzi.
Facendo leva su una decisione Tar del 2016, il Tribunale romano ha però chiarito che “il rischio inerente alle modalità di trasmissione può porsi a carico della parte interessata, a cui la modalità informatica è stata imposta”. La docente, grazie al patrocinio dello studio La Cava, ha quindi ottenuto il risarcimento e la retribuzione pregressa, oltre che l’immediata immissione in ruolo. La portata della sentenza è più ampia, perché essendo stato presentato il ricorso contro tutti i docenti in GPS, considera nulla l’intera graduatoria assegnata con algoritmo.