«Un assurdo e un falso. Ne sono vittime i cittadini e persino le categorie tecniche, addetti ai lavori che guardano increduli un cartello con la scritta "Villafranca Tirrena", piantato in territorio del Comune di Messina». A finire ancora una volta sotto la lente d’ingrandimento è l’annosa situazione dello svincolo autostradale che per molti è erroneamente definito di Villafranca ma che ricade nel territorio di Orto Liuzzo. Una decina di chilometri di tangenziale che agli utenti, per lo più lavoratori, costano 1 euro e 20 centesimi. Un abuso che fa sborsare ai messinesi che li percorrono oltre 2,5 milioni di euro l’anno e che è stato riconosciuto tale anche dall'allora presidente del Cas, poi assessore della giunta Crocetta, Patrizia Valenti».
E’ il gruppo Briguglio Musumeci, attraverso il suo portavoce Gianfranco Minuti, a scrivere un nuovo appello per segnalare l’assurdità di quello svincolo.
“È anche importante notare che, nuovo Codice della Strada alla mano, se quel tratto è, come è, un cantiere aperto, si dovrebbe chiedere il declassamento ad arteria la cui percorrenza non è tassabile col pedaggio. La distratta giunta dei "rivoluzionari dal basso" di Renato Accorinti sconosce il problema? Il Sindaco metropolitano non passa da lì, da un territorio che è "suo"? Eppure anche il Commissario ad acta del Consorzio per le autostrade della Sicilia (CAS) ha inviato, in data 10 giugno 2011, all'ANAS SpA – Ispettorato vigilanza concessioni autostradali e Ufficio ispettivo territoriale – una nota che dichiarava l'illegittimità del pagamento. Un pedaggio tra i più cari d'Italia che ricade sulle spalle dei cittadini di Messina e in particolare di Messina nord, senza considerare i morti causati dalla famigerata Galleria Telegrafo”. Il gruppo Scuola politica chiede quindi al Sindaco di Messina di recuperare il tempo perduto: “Colga l’occasione del 26 settembre 2016, data comunicata dal CAS per la chiusura del tratto di entrata Boccetta, direzione Palermo (quindi Orto Liuzzo), che non pochi disagi arrecherà, per chiedere la soppressione del pagamento a pedaggio. Un atto dovuto che potrebbe riparare l'ingiustizia finora perpetrata”.