Metà del primo piano della scuola “Principe di Piemonte” è inagibile. Una serie di eventi, iniziati nel 2007 e perpetuatisi nel tempo hanno portato infatti alla chiusura parziale del plesso. Le cause sono strutturali e necessitano un rifacimento da 200 mila euro, somma che sembra essere già nelle tasche di palazzo Zanca, ma non ancora utilizzata per la destinazione d’uso. Questo almeno è quanto afferma Libero Gioveni. Il consigliere della terza circoscrizione si chiede il perché di un tale ritardo verso una situazione urgente. Bambini e insegnanti vivono infatti non pochi disagi. Per sopperire alla mancanza di spazio, alcune classi furono divise da intermezzi di cartongesso, altre classi trasferite nel plesso di Collereale temporaneamente. Ma, fu proprio il cartongesso nel 2007 a provocare paura nella scuola. Il soffitto, infatti, cedette nel corridoio. Quello fu l’inizio dei problemi, fino al responso tecnico dei Vigili del Fuoco, il 9 dicembre del 2008, che dichiaravano inagibile l’intero primo piano.
Gioveni fa un breve excursus sulla questione: “Da lì – afferma – iniziò l’agonia, con un primo intervento sulla copertura che però non diede risultati definitivi tra un tira e molla con una ditta incaricata che lasciò inspiegabilmente in quell’occasione addirittura i lavori a metà”. Ora il consigliere centrista chiede al commissario Croce e al dirigente del dipartimento per l’edilizia scolastica che si faccia chiarezza e, soprattutto, di mettere fine alla problematica, in quanto “scolaresca e insegnanti sono costretti a fare lezione in condizioni certamente deficitarie sotto il profilo logistico e ambientale”.
Tante le proteste che si sono susseguite in questi anni e da ogni fronte. Due anni fa, gli stessi genitori degli alunni del Principe di Piemonte protestarono di fronte al comune. Ma da verificare, prima di tutto, resta la disponibilità dei soldi per il rifacimento strutturale dell’istituto, in mancanza dei quali in questo momento risulterebbe più che mai difficile trovare una soluzione a una questione rimasta in sospeso negli ultimi quattro anni.