MESSINA – Riceviamo da un nostro lettore, “uno che ci vuole ancora credere”, una lettera su Messina e sul senso di responsabilità che ogni cittadino deve avere. E volentieri pubblichiamo.
Cara Redazione, vorrei semplicemente condividere con voi e i vostri lettori un mio pensiero in merito alla
deriva a cui i cittadini della nostra bella Messina si stanno abbandonando. Troppo spesso viene addossata la colpa del nostro malessere ai vari enti e amministrazioni che governano, ma ci chiediamo cosa facciamo realmente noi cittadini per migliorare il nostro vivere e la nostra città? Io, purtroppo, me lo chiedo spesso e la risposta, molte volte è: poco o nulla. Ma vorrei andare oltre e chiedere quanti dei nostri problemi, in realtà, sono creati o esasperati da noi stessi. Io credo siano molti!
Come possiamo lamentarci del traffico urbano, della confusione che regna in strada, quando siamo noi stessi i principali utenti e, quindi, i promotori di comportamenti contrari al rispetto reciproco e al limite della legalità? Come possiamo lamentarci delle strade sporche e ricolme di immondizia quando la maggior parte viene prodotta e abbandonata da noi cittadini? È comodo rispondere che comunque l’amministrazione è tenuta a combattere e risolvere questi problemi, ma tutto ciò, mi sembra davvero assurdo.
Del resto quando si vuole applicare “il pugno duro” per fare rispettare semplicemente le regole, il buon messinese è pronto a puntare il dito e trovare mille giustificazioni ai suoi comportamenti. Vorrei, quindi, esporvi un caso accaduto recentemente. La strada che conduce alla mia abitazione è un piccolo vico comunale della zona centro-nord percorribile sia a piedi che in auto. Da sempre questa strada è stata un po’ abbandonata, in quanto non molto “in vista”, nonostante sia abbastanza trafficata.
Ultimamente, però, ho notato un’attenzione maggiore per quanto riguarda la pulizia e la scerbatura. Certo, permangono dei problemi strutturali, più volte segnalati, come l’impianto di pubblica illuminazione decisamente carente e vetusto. Ma il problema più grave sapete qual è? È convincere i miei concittadini che quel vico non è una latrina per i loro cani, né un deposito di bottiglie di birra vuote.
Praticamente, una parte degli abitanti nei pressi di questa via, piuttosto che passeggiare i loro cani davanti alle loro abitazioni o nelle vie principali a loro limitrofe, preferisce fare un percorso maggiore,
percorrere il vico (lungo circa 300 mt) e fare così “liberare” i propri cani senza la necessità di dover accogliere i loro escrementi.
Inutile dire che, a distanza anche solo di un paio di giorni dall’esecuzione della pulizia stradale, la situazione torna ad essere disastrosa. Ma non finisce qui, perché nel momento in cui ci si permette di far notare a questi “padroni di cani” (chiamarli signori mi viene troppo difficile) che il loro comportamento
è assolutamente irrispettoso nei confronti di chi percorre o abita in quella via, si ottengono risposte al limite della pazzia.
Proprio ieri mattina, dopo aver fatto notare, con massima educazione e calma, a una coppia di persone con due cani a seguito che il loro comportamento non era corretto, venivo redarguito dall’uomo che mi “invitava” (diciamo così), da quel momento in poi, ad appostarmi tutto il giorno e rimproverare ogni persona che non rispetta la semplice regola del raccogliere le deiezioni dei propri cani. Quindi, non solo non si sono minimamente scusati, ma hanno assunto un atteggiamento molto provocatorio e aggressivo nei miei confronti, giustificandosi, banalmente, con il classico motto: “Lo fanno tutti perché non posso farlo anche io?”.
A dire il vero, la donna, rendendosi conto della situazione, si è mortificata, soprattutto a causa
dell’atteggiamento incivile e maleducato del marito, per cui, ho preferito desistere e ritirarmi in buon ordine. Ovviamente, la discussione è stata un po’ più “accesa” e articolata, ma il risultato non cambia: profonda amarezza e sconforto. Io sono padre, come credo lo sia anche il padrone del cane e, come tale, cerco, con non poche difficoltà, di inculcare ai miei figli che il rispetto verso gli altri e verso le regole deve essere alla base del nostro vivere quotidiano.
Cosa può mai insegnare un padre che pensa che solo perché “lo fanno gli altri” un’azione sia corretta? Cosa può comportare questo messaggio nel processo educativo di un bambino? Sia ben chiaro, non credo di essere un bravo cittadino, né tanto meno perfetto o in grado di giudicare, ma sono stanco di sentire sempre dire che Messina è una città bellissima ma i messinesi non “servono a niente”. Bisogna convincersi che il proprio benessere passa anche dal benessere di chi ci sta vicino ed è quindi
necessario rispettarci e aiutarci, quantomeno senza creare ulteriori problemi.
Messina è, davvero, una città bellissima che merita dei cittadini e degli amministratori di alto livello. Una città più vivibile, più serena e armoniosa non può che rendere la vita di noi tutti più “leggera” e, soprattutto, può aiutare a contrastare l’emorragia di giovani che l’abbandonano ogni giorno, con grande amarezza, ma con la convinzione che qui le cose non cambieranno mai. Dobbiamo attraversare l’uscio delle nostre abitazioni consapevoli che stiamo entrando in un’altra “casa” abitata da noi tutti e, quindi, deve essere motivo di orgoglio per noi e per chi ci viene a trovare. Che senso ha avere la casa lucida e perfetta se subito fuori la porta regna il disordine?
Lettera firmata da un cittadino che “ci vuole ancora credere”