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Se Messina pensa ai porticcioli e non alle spiagge in centro città…

Una città con 56 chilometri di costa e un lungomare di… 600 metri, la storica passeggiata a mare. Messina è stata baciata dalla natura ma vessata dai suoi amministratori, che non sono mai stati capaci di far fruttare le sue potenzialità.

Ovunque costruzioni davanti al mare, la vista dello Stretto che resta nascosta, perfino gli accessi privatizzati. In molti punti della città, davanti al mare non ci si può neanche arrivare. O meglio ci possono arrivare solo i privati.

Da nord a sud

Il caso della riviera tirrenica del Comune di Messina, 24 chilometri da subito girato il pilone fino a Orto Liuzzo, è emblematico. Il mare è “nascosto” anche a Sant’Agata, Ganzirri e, in parte, Torre Faro. Ed è libero, invece, da Paradiso a Sant’Agata che, non è un caso, è una delle zone più belle di Messina, valorizzata ancor più dalla pista ciclopedonale, pur con i limiti di una pulizia a volte carente e un piccolo tratto franato da anni.

Non va granché meglio in zona sud, altri 16 chilometri da viale Europa a Giampilieri, con l’unica eccezione del chilometro del lungomare di Santa Margherita.

Il centro città

Analizziamo, infine, il centro città. Se si esclude la parte portuale, da Boccetta alla stazione marittima, restano a sud la Zona Falcata e un chilometro tra le foci dei torrenti Portalegni e Zaera (Cannizzaro ed Europa), a nord due chilometri e mezzo tra Boccetta e Annunziata, ad oggi col traffico navale della rada San Francesco.

Un quadro sconfortante. Un fronte mare continuativo, in pratica, non esiste, a differenza di quanto avviene nella dirimpettaia Reggio Calabria. Da anni si parla di imitare la città sorella, nel concreto c’è ben poco.

Maregrosso

A Maregrosso, ma parliamo solo di un chilometro di via don Blasco, si va avanti a piccoli passi. Anche qui la vista dello Stretto è negata dalla presenza di tanti capannoni e attività che, nei piani, dovrebbero essere trasferite nell’area Irsap (Istituto regionale per le attività produttive) di Larderia, grazie ad un finanziamento da quasi 10 milioni inserito nel Masterplan.

Nel frattempo la spiaggia è stata almeno liberata dai rifiuti ma il Comune è stato costretto a mettere delle reti per impedire l’accesso ed evitare continui abbandoni. Poi la conferma di quanto era facile prevedere: il sottosuolo è inquinato e non potrebbe essere altrimenti, visto che per anni si è scaricato di tutto. Ora si deve provvedere alla bonifica. L’obiettivo – come ci ha detto in un’intervista l’anno scorso l’assessore Dafne Musolino – è di fare qui il nuovo lungomare di Messina centro, a 500 metri da piazza Cairoli.

Boccetta – Annunziata

Spostiamoci a nord e all’avvio, finalmente, del percorso verso il concorso di progettazione per il fronte mare Boccetta – Annunziata. Nel febbraio 2023, fra poco più di un anno, è prevista la fine dei lavori del nuovo porto di Tremestieri. Vorrà dire non solo la definitiva eliminazione dei tir dal centro città ma anche il ritorno alla fruizione pubblica della rada San Francesco, un prezioso spazio davanti al mare nella zona centro nord di Messina.

Il cronoprogramma presentato dall’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto di Messina prevede la pubblicazione del concorso di progettazione entro maggio 2022 e, in questi mesi, diversi eventi di condivisione con la città, nei quali chiunque potrà avanzare la propria idea.

Grandi spiagge in centro città

Ecco la nostra: non esistono spiagge fruibili a Messina centro, le più vicine sono a sud a Contesse e a nord a Paradiso (se si esclude il Ringo, dove c’è divieto di balneazione per la vicinanza al traffico navale). Proprio al Ringo, una volta chiusa la rada San Francesco, il piano regolatore portuale prevede la realizzazione di un porticciolo. E’ un’infrastruttura che può portare economia ma che potrebbe essere realizzata altrove, magari ampliando verso Boccetta il Marina del Nettuno, uno spazio “perso”.

L’area della Fiera fino all’Annunziata, invece, potrebbe diventare la spiaggia del centro di Messina. Una spiaggia che oggi non c’è (ne parlava già qui l’arch. Chiara Stella Vicari Aversa, è suo il rendimento in foto principale) ma si potrebbe anche creare, ovviamente dopo adeguati studi scientifici e valutazioni di impatto ambientale, considerati anche gli sfoci dei torrenti. Barcelona, in Spagna, è l’esempio di come trasformare in positivo il rapporto di una città col suo mare (qui un articolo della Repubblica in proposito).

I bagni “Vittoria” e “Principe Amedeo”

Prima del 1965, del resto, la rada San Francesco era sede dei “Bagni Vittoria” e dei “Bagni Principe Amedeo”, come ricordano i messinesi più attempati, e si poteva andare a fare il bagno al mare vicino al centro città. Una volta che, a breve, lì non ci sarà più il traffico navale, la destinazione balneare può essere la migliore. Messina deve puntare sul turismo balneare, da abbinare a quello storico culturale. Deve offrire la possibilità di fare un bagno anche dopo una visita al Museo. Così si può sviluppare economia, più ancora che con un porticciolo.

Turismo balneare e storico culturale

Messina, che può contare sulla vicinanza di Milazzo, Taormina, Reggio e Scilla, deve entrare nei circuiti turistici dai quali oggi resta clamorosamente esclusa a vantaggio della Sicilia sud orientale. Per farlo, deve mostrare un volto nuovo. E non sarà un porticciolo a fare la differenza ma un fattore importante può essere la costruzione di un nuovo vero lungomare da Boccetta ad Annunziata, con la possibilità di andare lì davanti in spiaggia e al mare.

Il Ringo

Tra le iniziative, in questo senso, una pagina Facebook che si chiama “Salviamo la spiaggia del Ringo” e una petizione su Change, ad oggi vicina alle 500 firme. Nel corso della presentazione del percorso verso il concorso di progettazione, le prime anticipazioni sono arrivate dalla professoressa Marina Arena, che insegna Tecnica e pianificazione urbanistica al Dipartimento di Ingegneria di Unime, a cui si è rivolto l’Autorità Portuale.

Alcune parole chiave interessanti: accessibilità, ciclopedonalità, patrimonio turistico e culturale, un potenziale ripascimento per guadagnare spessore e mettere in sicurezza la costa. Ma non è mancato un accenno alla nautica da diporto, cioè al porticciolo.

Il confronto con la città… e ancora l’ex Teatro in Fiera

L’Autorità Portuale apre al confronto con la città. Ed è qui che dovrà venir fuori l’interesse a creare spazi balneari e turismo, prima ancora che un porticciolo. Viceversa si rischia di ripetere ciò che è accaduto con l’ex Teatro in Fiera, quando solo dopo la demolizione in molti si sono accorti che preferirebbero non fosse ricostruito nulla e si lasciasse uno spazio aperto sul mare. Lì è tutto fermo perché il Cga ha annullato l’assegnazione alla prima classificata e disposto le verifiche sulla seconda. A proposito, si sarebbe ancora in tempo per annullare l’appalto e proseguire la passeggiata a mare. Ci sarebbero penali da pagare? Forse, potrebbe valerne comunque la pena.

(Marco Ipsale)

Nella foto principale un rendimento dell’arch. Chiara Stella Vicari Aversa, insieme ad un altro qui in foto galleria, dove mostriamo anche due foto dell’arch. Saro Armone, che ritraggono i bagni “Vittoria” e “Principe Amedeo” negli anni ’60.