E’ una piazzuola adibita ad area giochi a sollevare le segnalazioni di un nostro lettore, il sig. Sandro Gorgone. Sita nella stradina non proprio centrale che conduce dall’ultima rotonda di via Paoramica alla zona Granatari, l’area risente delle condizioni logistiche non proprio favorevoli al suo sfruttamento e appare quasi sempre deserta e in progressivo sfacelo.
“Sino ad ottobre, ogni volta che passavo di lì, la situazione mi incuriosiva – ha affermato Gorgone – non vedevo mai nessuno che vi si recasse, nemmeno d’estate, i due posti auto realizzati ad hoc erano occupati, certo, ma all’interno la villetta appariva sempre vuota tant’è che ho dovuto supporre che fossero principalmente i residenti ad usufruire dei parcheggi”.
Eppure la struttura è ben attrezzata ed equipaggiata. Scivolo e altalene, aiuole, spazi liberi e panchine potrebbero quasi renderla un fiore all’occhiello se solo non fosse per l’intuibile difficoltà di raggiungerla e sostarvi. Una profusione di sforzi anche economici che sembra non si sia indirizzata in maniera del tutto propizia e che rischia di trasformarsi nell’ennesima fitta coltre di rifiuti ed erbacce, florido humus per l’esercizio dei consueti gesti vandalici, al più, precaria residenza a cielo aperto di qualche clochard.
Molte le domande alla base del progetto che il nostro lettore definisce una “scellerata visione dei servizi per il territorio”, soprattutto a fronte delle numerosissime zone residenziali che non possono certo vantare della vicinanza di aree ugualmente idonee ai giochi dei più piccini.
“A chi è venuto in mente di realizzare un’area giochi in un posto in cui è quasi praticamente impossibile fermarsi? Quali gli interessi all’origine di un tale spreco?” – si interroga il lettore. Una denuncia ma anche un ferma richiesta di responsabilità. Un occhio attento all’oculatezza degli investimenti effettuati con il denaro dei contribuenti, perché la scarsità delle risorse non possa in seguito essere addotta quale causa di ritardi od omissioni in merito ad interventi di rilevanza cruciale. (Sara Faraci)