Nessun accordo tra l’area Renzi e la deputazione nazionale messinese. A smentire ogni ipotesi di intesa (su voti e poltrone) tra i renziani e Genovese, in vista della stagione congressuale ed in occasione della candidatura unitaria per la segreteria provinciale di Basilio Ridolfo è lo stesso coordinatore regionale dell’area Renzi , il parlamentare Davide Faraone.
Il deputato è stato a Messina per incontrare i renziani dello Stretto e della rete associativa “Big Bang” di tutta la provincia.
L’accordo raggiunto l’11 ottobre sul nome di Basilio Ridolfo per la segreteria provinciale e sottoscritto da Filippo Panarello, Giuseppe Laccoto, Teodoro La Monica, Luciana Intelisano, Luigi Beninati per le diverse aree del Pd ha scatenato le reazioni dei renziani della prima ora e dei civatiani (che non lo hanno sottoscritto). Quero, Russo, D’Arrigo e i renziani di Messina e provincia non hanno affatto gradito quanto accaduto ed hanno chiesto a Faraone un incontro per chiarire le motivazioni che hanno spinto il coordinatore regionale ad avallare un’operazione passata “sulla testa” dei renziani stessi. Messina, nonostante un partito dilaniato dalle divisioni, un partito affidato da luglio ad un reggente, un partito uscito a pezzi dalle amministrative, paradossalmente sarà l’unica realtà siciliana che non avrà né confronto né Congresso. Come se non bastasse il candidato prescelto è il genovesiano di ferro Basilio Ridolfo, con l’avallo dello stesso Faraone. Da queste premesse la necessità da parte del deputato nazionale di smentire le voci relative all’accordo tra Genovese e l’area Renzi nazionale, che avrebbe visto come “vittime sacrificali” proprio i renziani della prima ora.
“In merito alle ricostruzioni effettuate dalla stampa locale- si legge nel comunicato diffuso a conclusione dell’incontro- relative ad un presunto accordo regionale tra l'Area Renzi e le locali deputazioni nazionali, che peraltro possa avere giustificato l'accordo unitario sulla segreteria provinciale del PD di Messina, si smentisce senza minimo dubbio ogni tipologia di intesa od accordo sancito a livello nazionale o regionale, nei metodi e nelle forme che sono state ipotizzate dalla stampa, e che peraltro prevedesse il 'sacrificio' dei tanti militanti del rinnovamento che da anni sostengono lealmente la proposta politica di Matteo Renzi”.
Secondo Faraone, anche se nel comunicato la parola Genovese non viene usata, ma si fa riferimento “alla locale deputazione nazionale” (quindi all’ex sindaco) l’aver dato il via libera all’operazione Ridolfo, sponsorizzata dal segretario regionale Lupo, non equivarrebbe all’avere comunque messo il sigillo ad un’intesa più ampia in vista delle primarie dell’8 dicembre, e di un eventuale appoggio di Genovese a Renzi.
Il parlamentare non cita neanche il ruolo di Laccoto, neo renziano e firmatario dell’accordo, anche se Quero e i renziani hanno ribadito che il deputato regionale ha firmato ma non per conto di tutta l’area. Certo è che nell’incontro Russo, D’Arrigo, Cangemi e i rappresentanti dei Big Bang della provincia hanno messo dei paletti chiari sull’avanzata delle pattuglie dei nuovi sul carro del sindaco di Firenze. Del resto Giacomo D’Arrigo è il vicepresidente regionale dei Big Bang e il peso di una realtà che alle primarie dello scorso anno ha comunque portato risultati positivi a Renzi deve essere messo sulla bilancia.
“Nell'incontro- si legge infatti- si è inoltre confermata la centralità della rete “Big Bang” della Provincia di Messina nella logica di rinnovamento e di cambiamento della politica che la vedrà direttamente e principale protagonista nelle prossime settimane, nel percorso che accompagnerà Matteo Renzi alle primarie dell'8/12/2013”.
Se si è persa una battaglia quindi i renziani dello Stretto non intendono né perdere la guerra né consentire che giochi di potere e vecchi sistemi finiscano con il prevalere sull’effettiva necessità di rinnovamento. In vista delle prossime fasi congressuali, compresa l’Assemblea nazionale queste rivendicazioni saranno rispettate, così ha garantito oggi Faraone.
“La credibilità dei protagonisti e dei sostenitori della rete su tutto il territorio provinciale- conclude la nota-, prescindendo dalla anzianità di appartenenza, si gioca sulla effettiva volontà di essere protagonisti di vero cambiamento, con fatti e comportamenti che nettamente si discostino dalle pratiche del passato. Sulla base di queste convinzioni, e in una logica paritaria e orizzontale che non ha mai previsto, né mai prevederà, la prevalenza di uno o di un altro presunto potente o signorotto del Partito locale, signore delle tessere o del consenso, Davide Faraone condivide la necessità di governare il cambiamento in maniera paritaria e condivisa, senza i verticismi e le presuntuose prove di forza che hanno contraddistinto le pratiche del Partito a livello locale e regionale fino a qualche settimana fa”.
Questo il comunicato, anche se saranno i fatti ed i nomi sulle liste al momento delle fasi Congressuali a far capire se dagli impegni formali alle cose concrete. O se, ancora una volta, i renziani dello Stretto dovranno assistere all’ennesima mossa del Gattopardo.
Rosaria Brancato