MESSINA – Il Messina cede al Sorrento in casa per 1-0. Nel post partita le parole più giuste per descrivere non solo la gara ma anche il momento, e probabilmente la prima parte di stagione, le trova un sempre lucido Francesco Rizzo. Il difensore centrale del Messina dalla sala stampa “Mino Licordari” ha dichiarato: “Sembrano sempre le stesse parole”, spiegando poi di una partita in cui non si era concretizzato sotto porta e la sconfitta è stata immeritata. Parafrasandole un po’ sembra sempre lo stesso Messina, davvero, stessi errori e stessi problemi.
Per la seconda volta in poche partite presente in sala stampa Rizzo, qualche settimana fa era successo dopo la Cavese, anche in quell’occasione il centrale biancoscudato era apparso un abile comunicatore, dopo una sconfitta interna, e soprattutto uno che sa leggere le partite. Probabilmente è uno dei motivi per cui l’ufficio stampa lo sta sfruttando fuori dal campo in assenza dell’allenatore, Giacomo Modica come lo scorso anno ha iniziato il suo personale silenzio stampa con i giornalisti. Il mister non parla in un pre o post gara di Serie C dalla scoppola di Avellino, era il 27 ottobre, non parla fisicamente a Messina alla stampa locale da ancora prima, il post partita col Monopoli 20 ottobre, ben 36 giorni compreso oggi.
Nel “sempre lo stesso” rientra tutta la storia del Messina recente. Partendo proprio da Rizzo, schierato come terzino sinistro ieri, sempre il solito Messina che per la 17ª volta in stagione, compresa anche la sfida di Coppa Italia, riesce a schierare un undici titolare diverso da tutti gli altri. Questo discontinuità, in cui mancano i riferimenti, genera forse confusione e sicuramente non porta la stabilità che può dare l’avere un undici base fisso.
Altro elemento che rientra nei “sempre” del Messina sono gli esperimenti di formazione e ruolo. Prendiamo ad esempio Pedicillo, il calciatore sempre titolare nelle sedici di campionato e probabilmente ieri ha tirato un po’ il fiato uscendo all’intervallo. Il giovane calciatore peloritano in sedici volte che è partito titolare è stato schierato in cinque posizioni: ala sinistra, ala destra, mezz’ala sinistra, mezz’ala destra e anche regista di centrocampo qualche settimana fa per due partite consecutive. Non è l’unico “esperimento” della squadra, ma andando al succo del problema una formazione che non ha un’identità ben definita non può pensare di competere ai piani alti della classifica.
Il Sorrento porta via i tre punti dal campo del Messina in una partita dove non ha mai dominato e dove è stato pericoloso poche volte. Convertire una di quelle (poche) occasioni però ha fruttato l’intera posta a mister Barilari che molto sportivamente ha ammesso che “se il Messina avesse pareggiato non avrebbe demeritato”. Aggiungendo poi come il Sorrento non ha rispettato il piano partita iniziale perché messo in difficoltà dalla squadra avversaria.
Riconosciuti meriti al Messina, dunque com’è stato possibile quindi perderla o neanche pareggiarla? La motivazione, purtroppo, è sempre la stessa: un’amnesia difensiva con i difensori fuori posto e il portiere che si prende una licenza poetica. Se nelle prime settimane erano stati sottolineati gli errori di Curtosi, stavolta va detto che Krapikas ha commesso un errore che è costato in larga parte il gol subito. Su quell’uscita azzardata e senza senso, la palla sarebbe terminata sul fondo o comunque il calciatore avversario da lì non poteva concludere in porta ma solo passare ad un compagno. L’uscita quindi ha avuto il solo fine di lasciare sguarnita l’area piccola e la porta per la palla che poi un po’ fortunosamente non è uscita dal campo ed è arrivata proprio lì. Il portiere lituano per onor di cronaca si era ben opposto in precedenza alle conclusioni di De Francesco e di Bolsius entrambe nel primo tempo mantenendo inviolata la porta.
Il Messina con il Sorrento non è andato in gol. È stata l’ottava partita su sedici di campionato, esattamente la metà, in cui i biancsocudati non hanno trovato la rete. In altre sfide la squadra è sembrata assente e spuntata, ma ieri come in altre occasioni le azioni sono state create e mai concretizzate. Il ritorno di Anatriello al centro dell’attacco ha portato ad una conclusione in porta già al terzo minuto. Sono seguite svariate occasioni anche con i tiri dalla distanza di Frisenna e Garofalo, su cui il portiere campano Del Sorbo ha compiuto un miracolo.
Le reti erano anche arrivate, due ma annullate. Sul primo sembra confermato il fuorigioco di Petrungaro, sul secondo resta qualche dubbio sulla decisione dell’arbitro che valuta falloso lo stacco di Marino che aveva incornato su calcio d’angolo. Non si può addossare la colpa a mister Modica in questo caso per le scelte visto che la squadra ha creato e anche segnato, inoltre proprio nella sfida del “Franco Scoglio” ha utilizzato praticamente tutti gli attaccanti a sua disposizione: Anatriello e Petrungaro dal primo con Pedicillo nel tridente. Mamona, Cominetti, Re e Luciani a partita in corso. Nessuno di loro ha trovato la via della rete anche se un po’ tutti ci hanno provato in momenti e modi diversi ci hanno provato.
L’unico appunto che potremmo fare al tecnico, e che sarebbe stato interessante chiedergli in conferenza stampa, è sull’utilizzo di Blue Mamona. Il numero dieci biancoscudato, specie nelle ultime due in casa quando chiamato in causa, ha portato sempre vivacità sulla fascia destra, magari inconcludente a volte ma prova sempre, riuscendoci spesso, salta l’uomo. Dei sei attaccanti nella rosa, lasciando fuori il giovane Adragna, Mamona infine è l’unico a non essere mai partito titolare.