E’ pesante la condanna di primo grado per Benito Santalco, coinvolto nell’inchiesta sulla gestione dei fondi Easa (Ente di assistenza sociale per gli artigiani). L’ex presidente provinciale del patronato è stato condannato a 5 anni dal Tribunale, per l’accusa di concussione.
L’ex assessore comunale e figlio di Benito, Carmelo Santalco, aveva patteggiato in udienza preliminare la condanna ad un anno e 2 mesi.
L’ex assessore e consigliere comunale di Messina, Benito Santalco, fu arrestato il 3 dicembre 2011 dai Carabinieri. Dalle indagini dei militari dell’Arma sarebbe emerso che Santalco, dal 2001 al 2006, abusando della sua qualità di presidente provinciale del Patronato E.A.S.A di Messina, avrebbe minacciato un suo dipendente.
Santalco, approfittando della sua posizione, avrebbe costretto il lavoratore a versare ogni mese prima 500 mila lire, poi 258 euro, ad un’ altra persona che avrebbe lavorato, senza regolare contratto, sia nello stesso Patronato che in una ditta riconducibile ad un familiare di Santalco.
L’indagine della Polizia Giudiziaria della Polizia riveló poi che una parte dei fondi degli enti gestiti da Santalco, come la Cassartigiani, erano stati adoperati per coprire spese personali, dalle bollette a spese dei più svariati generi.
Santalco era difeso dall’avvocato Nino Favazzo, mentre l’avvocato Guido Martini ha assistito il lavoratore vessato, che ha ottenuto una provvisionale.