Si chiude con cinque condanne ed un’assoluzione il processo scaturito dall’operazione “Ponente” che il 18 aprile del 2010 portò all’arresto di cinque persone per le estorsioni all’impresa palermitana impegnata nei lavori di riqualificazione del litorale di Milazzo. Nel dettaglio i giudici del Tribunale di Barcellona hanno condannato a 8 anni Carmelo D’Amico, mentre hanno inflitto 7 anni, 7 mesi e 10 giorni a Nicola Cannone e Francesco Carmelo Messina. Quattro anni e 9 mesi per Francesco Di Maio e 4 anni e 5 mesi a Salvatore Puglisi. E’ stato invece assolto Elio D’Amico Le accuse contestate, a vario titolo, sono di estorsione e tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Secondo l’accusa alcuni fra i più importanti boss barcellonesi ed imprenditori “amici” avrebbero costretto l’imprenditore Crisafulli a sborsare una tangente del 3% sull’importo complessivo per aggiudicarsi nel 2007 un appalto da 7 milioni di euro per la riqualificazione del litorale di Ponente a Milazzo. La vicenda ebbe degli sviluppi anche drammatici. Crisafulli subì pesanti minacce ed intimidazioni all’interno dei cantieri. Alla fine l’imprenditore palermitano fu costretto a consegnare una rata da 10 mila euro e successivamente altri 20 mila euro che rappresentarono il regalo di Natale di Crisafulli ai familiari dei detenuti dei clan di Barcellona. Le richieste però non si esaurirono anzi diventarono sempre più frequenti. Con il trascorrere dei mesi gli furono imposte le forniture dei materiali ed anche l’assunzione di alcuni operai. Quando la situazione divenne insostenibile Crisafulli, nell’estate del 2008, decise di denunciare tutto alla Squadra Mobile di Messina.