Ha aspettato quasi due mesi prima di incontrare la stampa e parlare alla città attraverso i media. Dal 17 settembre – giorno del suo insediamento – ad oggi, il commissario straordinario Luigi Croce, chiamato a guidare il Comune di Messina dopo le dimissioni dell’ex sindaco Giuseppe Buzzanca, ha raccolto dati e numeri di una situazione che sapeva difficile ma non tanto allarmante quanto l’ha trovata. E quei numeri e dati raccolti in questi due mesi li ha snocciolati in conferenza stampa, senza filtri o edulcorazioni.
«La città deve essere informata sulla gravissima situazione finanziaria del Comune » ha detto chiaramente e, in un attimo è passato dalle parole ai numeri, che descrivono in maniera trasparente lo stato della casse comunali.
«Quando sono arrivato al Comune -ha spiegato – in cassa c’era un disponibilità di poche centinaia di migliaia di euro; il conto corrente della tesoreria aveva un saldo negativo di 42 milioni di euro, con una differenza si circa 23 milioni di euro rispetto al mese di giugno, quando il saldo negativo era di 18 milioni di euro». Un aumento vertiginoso creatosi nell’ultimo squarcio dell’amministrazione Buzzanca, a cui Croce fa riferimento ma non nomina mai. Ma quando gli viene chiesto se gli svincoli hanno contribuito a peggiorare la situazione, il commissario risponde: «In parte hanno contribuito anche gli svincoli, ma non solo».
«Quando ho iniziato a prendere visione delle carte – ha detto ancora Croce – ho trovato una lettera datata 10 settembre ,cioè una settimana prima del mio insediamento , con cui l’ Assessorato regionale all’Energia diffidava il Comune a pagare all’ATO3 33 milioni di euro . C’è, quindi, il rischio che possa arrivare un commissario ad acta , perché ovviamente non abbiamo potuto adempiere a quest’obbligo, non essendoci le risorse».
Dalle analisi effettuate e dai documenti visionati in questi cinquanta giorni, Croce ed i suoi esperti, Dalmazio in testa , hanno dovuto prendere atto del fatto che« circa 42 milioni di euro dei residui attivi, antecedenti al 2006, non sono più riscuotibili».
Palazzo Zanca ha, inoltre, un debito con la TirrenoAmbiente, società che gestisce la discarica di Mazzarrà Sant'Andrea, di 24 milioni di euro. Ci sono, poi, i debiti delle partecipate, che sono a tutti gli effetti debiti del Comune: l'Atm ha un patrimonio passivo di 20 milioni di euro; Messinambiente ha un passivo di 23 milioni di euro e anche se ne avanza 26 milioni dall’Ato3, il Comune deve comunque risponderne essendo entrambe società controllate dall’ente.
C’è poi la grossa mole di contenziosi, talmente grande che nemmeno l’Avvocatura comunale riesce a quantificare il debito complessivo. Si ha, invece, contezza dei debiti relativi alle sentenze per cause quali incidenti stradali causate dalla buche nelle strade, pari a circa 20 milioni di euro; per opposizioni a contravvenzioni, pari a circa 2 milioni di euro; e per sanzioni amministrative, per un totale 1 milione di euro.
Sommando tutti i debiti distribuiti qua e là, si arriva alla cifra complessiva di 240 milioni di euro. Un oceano di debiti, dentro cui il Comune rischia di affogare. Il dissesto, dunque, appare sempre più vicino, anche se sino all’ultimo momento si farà di tutto per evitarlo: «Ora dobbiamo passare al concreto e raddrizzare questa baracca», ha detto Croce, che ha certamente individuato la malattia ma ora dovrà trovare la cura giusta per salvare il Comune. (Danila La Torre)
Il video con le dichiarazioni di Croce in conferenza stampa è a cura di Claudio Gheza