Qualcuno aiuti l’assessore regionale allo spettacolo Sandro Pappalardo, ormai noto in riva allo Stretto come Ponzio Pilato. Il Teatro Vittorio Emanuele è senza governance da giugno, le stagioni sono pronte ma non possono decollare, i bilanci approvati. Ed intanto è autunno….. Pappalardo, tra un viaggio istituzionale ed un altro, tra il Giappone e Rimini ha continuato a sfogliare la margherita, anzi la “rosa” (i nomi sarebbero 3, massimo 4) ma non ha deciso il nome del sovrintendente. La situazione si protrae ormai da luglio, da quando il sindaco, dopo un burrascoso incontro con l’assessore che aveva appena cambiato le norme avocando a sé la nomina del presidente del Vittorio Emanuele, De Luca revocò i nomi di Enzo Caruso e Giuseppe Ministeri. Il sindaco era stato chiaro: o entro dicembre la Regione ci presenta un piano di rilancio oppure ritiro la disponibilità dell’immobile e seguo la strada di un Teatro comunale, lasciandovi il personale e procedendo con l'autogestione (leggi qui)
Da allora, era luglio, NON SI E’ MOSSA FOGLIA neanche per la scelta del sovrintendente, i cui termini di presentazione delle candidature risalgono addirittura al 4 giugno. E’ evidente che a Palermo si vuol tenere sott’acqua il Teatro Vittorio Emanuele. A nulla sono valsi gli appelli dei direttori artistici Simona Celi e Matteo Pappalardo (leggi qui) alla deputazione regionale, che evidentemente è impegnata su altri fronti oppure a tirare la giacchetta all’assessore sul nome del prescelto.
Dopo tre mesi di rinvii l’assessore Pappalardo martedì scorso ha convocato alcuni dei candidati per un colloquio, ed a tutti ha detto che entro venerdì (scorso) avrebbe sciolto le riserve. Poi è partito per la Fiera di Rimini.
C’è da chiedersi il perché di un colloquio dopo 3 mesi di esame dei curricula. Quanto ai nomi sembrerebbe che siano rimasti in pista in 3: l’attuale sovrintendente Egidio Bernava, l’ex city manager ed ex assessore Gianfranco Scoglio e l’ex sovrintendente del Teatro di Roma Catello De Martino, tutti di area di centro destra.
A quanto pare quindi l’indecisione di Pappalardo è tutta interna alla maggioranza.
Ma più tempo passa più il Teatro muore. Gli abbonati non sanno quando potranno partire le stagioni e soprattutto la “voce” gira e sia gli attori che le compagnie potrebbero decidere di evitare Messina come la peste.
Infine, è bene ricordare che la nomina del sovrintendente, sia pure con estremo ritardo, sarebbe solo un primo tassello perché il Vittorio Emanuele è ancora senza governance, cioè senza PRESIDENTE E SENZA CDA.
Non era peregrina quindi la tesi di De Luca quando paventava che l’unico obiettivo della Regione era quello di lasciare lo storico e prestigioso Teatro Vittorio Emanuele sott’acqua.
Se i tempi sono questi il Piano di rilancio non si avrà prima del 2020…..quando il teatro avrà tirato le cuoia già da un pezzo.
Rosaria Brancato