Carissimo Governatore Crocetta, carissimo assessore Lo Bello, dirigenti generali vari, dopo l’ennesimo viaggio lì da voi a Palermo, che mi ha visto partecipare allo sciopero della Formazione Professionale del 30 marzo, mi ritrovo, come ogni volta, a leccarmi le ferite, che si fanno sempre più profonde e non prendono alcuna via di guarigione, anzi, sono quasi allo stato di cancrena irreversibile!Come tante innumerevoli altre volte, siamo venuti a cercarvi ma lei, governatore, come al solito, non si è fatto trovare. Sapeva che avrebbe avuto tanti ospiti ed ha pensato bene di svignarsela.
Se la memoria non mi inganna, non è la prima volta che ciò accade, anzi penso proprio che sia la regola del suo comportamento, come di colui il quale non sopporta alcuni tipi di ospiti, perché non può più sentire le loro grida di dolore che disturbano. Non solo, lascia allo sbaraglio la sua vice, nonché assessore al nostro ramo, che, anche lei, non ne può più di vederci sempre lì ad elemosinare e per noi, come il ricco epulone con il povero Lazzaro, non ha nemmeno le briciole del suo tempo da dedicarci, lasciando ad un capo di Gabinetto qualsiasi l’onere e il fastidio di ascoltarci.
Mi presento, Governatore: sono una dipendente dell’Ial Sicilia. Ha presente l’ente di cui le sto parlando? Sì, è proprio quello che Lei, assieme a non so chi altri, si è messo in testa di distruggere, al quale, attraverso la sua longa manus nella persona della dirigente generale Corsello, ha revocato l’accreditamento a colpi di botta e risposta contro il parere del Cga. Se lo ricorda ogni tanto? Si ricorda che dentro ci lavoravano 800 persone? Si ricorda che, di queste 800, 200 dei Servizi Formativi sono stati già licenziati l’anno scorso e 600 sono in agonia, poiché attendono – io in mezzo a loro – da un momento all’altro la lettera di licenziamento? Io mi chiedo ogni santo giorno: ma cosa le ha fatto questo benedetto Ial? Sa perché le chiedo questa cosa? Perché sono due anni che lo bersaglia di continuo con ogni mezzo, dopo avergli revocato l’accreditamento per una pec mai arrivata, con visite ispettive di tutti i generi, blitz della Finanza e quant’altro, rifiutandosi nel frattempo di tenere conto di rendiconti effettuati e regolarmente chiusi dalle vostre strutture fino al 2012. Ma ancora, vuol dire, non è riuscito a trovare l’input per fare una delle sue tante visite alla Procura della Repubblica? So che ama frequentare questo luogo, non appena ha un momentino di tempo libero fra un impegno istituzionale, una riunione di Giunta, una visita all’Ars e una capatina a Roma, dove, fra le altre attività, va ad implorare che non le commissarino, proprio ora che è riuscito a ridurre alla fame un intero popolo, questo gioiello di regione che è la Sua amata Sicilia e ancora non hanno capito che non vuole proprio mollarla!
Dicevo, come mai, nonostante proclami da due anni che lo Ial si è divorato 20 milioni di euro, non è ancora riuscito a dimostrarlo per dare seguito a questo Suo desiderio di vedere definitivamente defunto questo gigante, come tutti lo chiamano? Si dice, dal primo giorno, che lei stia assecondando in tutto ciò le beghe politiche di alcuni suoi amici che l’hanno sostenuta nella Sua elezione a questo tanto agognato ruolo. E non solo. Si dice anche che in questo vostro disegno diabolico sia stato “attirato” nella vostra rete qualche mio collega sprovveduto di sedi sparse qua e là per la Sicilia, magari di quelli che lavoravano per hobby, di quelli che allo Ial sono entrati per concorso e che sono corsi nelle sedi opportune della vostra amministrazione regionale a denunciare. Ma a denunciare cosa non si sa. Questi stessi colleghi, che non hanno avuto gli attributi per andare loro alla Procura della Repubblica, magari oggi sono là, confusi con tutti noi ridotti alla fame e non hanno il coraggio delle loro azioni! Lei dal primo momento in cui ha iniziato, a detta Sua, questa pulizia, che odio chiamare “macelleria sociale”, perché Lei non ha macellato ma ha letteralmente spazzato via cattivi e buoni, ci ha sempre ripetuto che noi lavoratori saremmo stati salvaguardati. Ah, ecco perché scappa da noi! Mentre scrivo, sto capendo: non ha il coraggio di guardarci in faccia, perché lo sa che l’ha fatta grossa, lo sa che ha agito non per noi lavoratori, anzi, se ne sta fregando di noi! A Lei premono solo gli amici suoi, ai quali, a loro volta, preme la poltrona! E sa che Le dico, che mi fa ridere la soluzione che aveva trovato nel Ciapi per salvarci, perché Lei sapeva bene che lì non si ha l’idea di come si organizza il lavoro, di come bisogna fare per stare nella regolarità, lì si studia tutto a tavolino, sulla carta, come da Vostro stile. E non mi venga a dire che il tanto famigerato Progetto Prometeo sia lo scrigno della giustizia! Lì avete calpestato tante situazioni di priorità e chi aveva una professionalità ha dovuto cedere il passo a chi ha potuto dimostrare di avere titoli di studio con voti più alti che, da soli, hanno cancellato vite intere di lavoro e di esperienza. E mi dispiace che il sindacato, non so se per incapacità a fronteggiare, se per interessi di parte, se per inerzia, vi ha assecondato in maniera vergognosa e ancora oggi batte su questo progetto e non spende una parola, affinché la giustizia amministrativa e ordinaria faccia il suo corso velocemente in questo settore, che Lei ha talmente ingarbugliato e distrutto, da non essere più in grado di percorrere alcuna riforma d’Egitto!
Bene, cari Governatore, assessore e dirigenti vari, io non so come Voi possiate dormire la notte, perché noi non lo facciamo più o, meglio, lo so. Voi, come tutta la vostra classe politica e burocrate, mica sapete cosa significhi non percepire un euro da più di due anni? No, che non lo sapete, e neanche Vi riguarda, perché, altrimenti, non sareste così cinici! A Voi arriva tutto copioso e sovrabbondante, come sovrabbondante sarà la Vostra pensione. A noi avete rubato anche questa speranza, quella di poter raggiungere la pensione, perché avete tolto, a chi come me ha cinquant’anni, ogni possibilità di pensare al presente e al futuro, anche perché nessuno investirebbe più su di noi. A meno che non vi ravvediate sulla via di Damasco e andiate a ridare il lavoro reale, e non quello futuristico e fantascientifico, a chi lo avete estorto completo di dignità. Quindi andate a riguardarvi con serietà ed impegno tutte le situazioni che sono appese ad un filo, non fate solo liste nere e liste bianche e pura demagogia; salvatevi la faccia, e solo quella, perché l’anima ormai l’avete venduta al diavolo, col quale scendete a compromessi ogni istante della vostra vita!
Domenica Stroscio