Non riesco ad abituarmi ad una particolare categoria di eletti: i desaparecidos ed ogni volta che ne “scompare” uno dal panorama politico, per me è come se fosse la prima volta. Hanno una dote che li rende invisibili e ce ne scordiamo per mesi e mesi. Così quando ci torna alla mente uno di questi desaparecidos è come se fosse una “scoperta”. Avete presente il telefilm "Senza traccia", con gli investigatori che cercano anche un minimo indizio, ascoltano familiari e testimoni per trovare chi non ha nessuna intenzione di esserlo? Bene, è così anche per loro. Mi è successo di nuovo nel leggere le dichiarazioni di rito della nostra deputazione per l’elezione del Presidente della Repubblica e quelle di protesta dopo l’annuncio dei tagli dei treni a lunga percorrenza. In entrambi i casi mentre scorrevano davanti a me fiumi di comunicati mi sono accorta che mancava all’appello qualcuno. E’ come quando viene l’inverno e ti ricordi che l’anno scorso hai comprato una sciarpa carinissima ma non sai come né perché è scomparsa. Te ne dimentichi proprio, salvo ritrovarla dopo anni quando spunta all’improvviso ma intanto hai smesso di cercarla o magari è agosto. I desaparecidos dell’urna sono come queste sciarpe, riescono a rendersi invisibili agli occhi degli elettori per la durata del mandato ma riappaiono giustappunto per la nuova campagna elettorale. Leggendo quindi i commenti di giubilo della deputazione per l’elezione di Mattarella e le dichiarazioni di sdegno per i tagli dei treni mi sono accorta che mancavano un paio di “sciarpe” dal guardaroba che abbiamo eletto nel 2013. E ho chiesto alle mie colleghe di Tempostretto: ma che fine ha fatto Carmelo Lo Monte? I lettori si diranno: chi è costui? Ve lo dico subito, l’abbiamo eletto noi. E non solo nel 2013, ma per oltre 20 anni di seguito, sin da quando era assessore comunale a Graniti. Nel febbraio 2013 lo abbiamo eletto deputato nelle fila del Centro democratico di Bruno Tabacci, partito nel quale è approdato dopo essere stato Dc, Ppi, Democratici europei, Mpa e Italia dei Valori. E’ al suo terzo mandato parlamentare, ma ha alle spalle una carriera che lo ha visto all’Ars sia deputato che 4 volte assessore regionale ed una vicepresidente della giunta. Insomma un novellino della politica non è, ma forse, proprio per la lunga carriera si è stancato di rilasciare esternazioni sui guai e le speranze del suo territorio, nonostante Tabacci lo abbia nel 2013 nominato “responsabile per le problematiche del Mezzogiorno”. Ritengo che la vertenza Stretto sia argomento, se non di una dissertazione, almeno di un telegramma. Invece da quel febbraio 2013 non un comunicato stampa su quello che riguarda la nostra terra che tanto gli ha dato in termini di voti e consenso. Ma non è scomparso da solo. Sempre per restare in Parlamento: che fine ha fatto Maria Tindara Gullo? Parente d’arte, figlia di ex sindaco e cugina di consigliere provinciale, deve il suo exploit alla bizzarra norma delle quote rosa e all’accordo che Francantonio Genovese fece, per le primarie 2012 con il Pd di Patti. La Gullo, con oltre 9 mila voti è risultata la donna più votata d’Italia a quelle primarie. Ed era alla sua prima esperienza in politica. Ma quelle premesse non hanno avuto alcun seguito perché della Gullo, così come di Lo Monte, noi cronisti abbiamo perso le tracce tre minuti dopo la proclamazione. In due anni non una dichiarazione, una battaglia, non un intervento. Non escludo che si siano interessati dei massimi sistemi e si siano occupati delle problematiche della Valtellina o del Salento, ma quanto ai guai di questa strisciolina di terra nulla.
All’Ars abbiamo Pippo Currenti, nativo di Gallodoro, terza legislatura, eletto nel 2012 con la Lista Musumeci, poi passato ad Art. 4 ed ora vicino a Lino Leanza. A differenza della truppa dei deputati regionali da lui finora è giunto poco o nulla.
Riassumendo: a Roma gli eletti messinesi sono stati: Vincenzo Garofalo e Bruno Mancuso (Pdl adesso Ncd dopo il divorzio da Berlusconi) e Antonio Martino (di lui diremo tra poco), Gianpiero D’Alia (Udc), Francesco D’Uva e Alessio Villarosa (M5S), Francantonio Genovese, Maria Tindara Gullo Pd e Carmelo Lo Monte Cd. A conti fatti mancano all’appello tre deputati in termini di “risposta sul territorio”. In casa Pd, Francantonio Genovese è in carcere nell’ambito dell’inchiesta sui Corsi d’oro e la Gullo, come detto, nonostante sia nel partito che governa il Paese e quindi in una posizione di maggior forza, non ha lasciato traccia nel Collegio Sicilia 2 nel quale è stata eletta. Così come Lo Monte.
Val la pena ricordare, e queste sono le aberrazioni del Porcellum e delle liste blindate che noi messinesi abbiamo eletto anche Laura Boldrini (primo posto blindato nella lista Sel) e Antonio Martino (blindato da Berlusconi ormai da diverse legislature in Sicilia 2) che ha un’aggravante, ovvero essere messinese e con illustri avi messinesi ma lo ha dimenticato da lungo tempo quindi non possiamo considerarlo parte del gruppo dei deputati messinesi ormai da più mandati. Insomma è un “desaparecidos a chiazze”, solo nei nostri confronti che votiamo Pdl o Forza Italia di volta in volta. Nel caso della Boldrini era capolista in diversi Collegi, ha scelto Sicilia 2 dove la prima dei non eletti era la messinese Sofia Martino sacrificata sull’altare del Porcellum. Il discorso sulle liste blindate è complesso. Non per campanilismo ma se ci mettete capilista persone che due secondi dopo la proclamazione cancellano la Sicilia dal loro personale mappamondo mi sento presa per i fondelli.
Forse però per i desaparecidos c’è un’altra ipotesi, forse non sanno comunicare bene quello che fanno. Di D’Alia, Garofalo, Mancuso, D’Uva e della deputazione regionale sappiamo ogni sussulto, ogni recondito pensiero, ogni moto dell’anima perché lo comunicano, con dichiarazioni, agenzie, interviste, comunicati, tweet, sms, interrogazioni, whatsapp. Molti di loro sono presenti e tempestivi grazie anche al lavoro di bravissimi colleghi che spesso si beccano le nostre accuse di stalkeraggio. Ma è grazie a preziosi colleghi come Antonio Perna (Dr), Lillo Maiolino (Udc), Loredana Bruno (Garofalo),Eleonora Urzì (Ncd) che gli elettori possono sapere e vigilare su quello che questi deputati fanno. I miei colleghi, che voi non conoscete ma ci rendono molto più agevole il lavoro, sono talmente tanto attenti che non mi stupirei se un giorno, in caso di guasto alle linee internet mi facessero bussare alla porta da un piccione viaggiatore con un comunicato stampa nel becco.
Persino D’Uva che è giovanissimo ed è alla prima esperienza politica dopo un timido inizio è partito come un treno. E il suo collega a 5Stelle Villarosa ha fatto altrettanto ingaggiando anche battaglie all’interno del Movimento. Nessuno pretende che su tutti i nostri guai chi è eletto dica la sua o si prodighi presso il ministro di turno per salvare Metromare piuttosto che il Piemonte o l’Autorità portuale, o si strappi le vesti per la Città Metropolitana o le risorse per le zone alluvionate, ma il prolungato silenzio preoccupa, dopo due anni almeno ci facciano sapere se stanno bene….
Messina ha bisogno dei suoi eletti, di gente che batte i pugni sul tavolo. Ci sono battaglie che non hanno colore, l’unica divisa che chiediamo che indossino è quella con la quale sono stati eletti: Messina. Tra i promotori della manifestazione del 14 febbraio ci sono numerosi esponenti del Pd che hanno chiesto l’intervento di Davide Faraone, chi si è rivolto a Speranza e chi a Lauricella. Nessuno ha pensato di rivolgersi a Maria Tindara Gullo, evidentemente si saranno dimenticati che è stata eletta, né d’altra parte la Gullo ha scritto nulla sulla vicenda. Se i Pd di Messina quando pensano ad una vertenza nazionale si rivolgono a chiunque tranne che all’unica eletta del territorio fa quantomeno riflettere.
Dico spesso che non abbiamo “peso specifico” a livello politico. Non mi riferisco, sarebbe ingeneroso e falso, a chi si sta battendo, ma a chi negli anni passati ha seminato solo il suo orto (vedi anche i casi di Scilipoti o Crimi) e a chi non si batte per i colori per i quali è stato eletto. Se sei invisibile non hai peso. Anche per questo sono per le preferenze, perché se devo eleggere un parlamentare non mi basta sapere se è del Pd o del Ncd (peraltro non fa più differenza….). Non voglio un capolista scelto dal capo che, eletto grazie al mio voto, resterà fedele solo a lui. Voglio votare per la persona che in questi anni ha vissuto con me, persino con idee opposte alle mie, le mie sofferenze e speranze. Con le elezioni a scatola chiusa poi ci troviamo i desaparecidos. E se oggi non abbiamo peso è perché troppe volte abbiamo votato malissimo. Allora, come con le sciarpe, stiamo attenti, perché quando arriva il gelo ci sono sciarpe che è forse meglio mandare in soffitta per sempre. So che è sano populismo, ma quando ci vuole ci vuole. Soprattutto se penso a chi tra pochi mesi non avrà neanche uno straccio di stipendio.
Rosaria Brancato