E’ stamane l’interrogatorio di garanzia di Salvatore Imbesi, il patron di Agrumigel, arrestato dopo l’inchiesta della Guardia di Finanza che ipotizza un giro di false fatture per ottenere un finanziamento europeo e frodare il Fisco. Imbesi, difeso dall’avvocato Presti, andrà al confronto col giudice che ha accolto la richiesta del procuratore aggiunto di Barcellona, Emanuele Crescenti, e il sostituto Rita Barbieri, disponendo per lui il carcere.
L’indagine del GICO della Finanza, ai comandi del Colonnello Jonathan Pace, nasce da un esposto presentato da uno dei fratelli Imbesi, impegnati in una contesa per i beni aziendali. Verificando la documentazione dell’azienda, le Fiamme Gialle si sono accorte che la Agrumigel aveva chiesto ed ottenuto un finanziamento comunitario di 5 milioni di euro per l’ampliamento di un capannone, effettivamente realizzato.
La spesa complessiva effettiva, però, era stata di circa un milione di euro, e i lavori erano stati effettuati “in house”, con loro addetti e loro attrezzature, cioè. Le “pezze d’appoggio” per ottenere il finanziamento, però, parlavano di una spesa superiore, fatta risultare attraverso fatture presentate da società per operazioni inesistenti. L’ultima tranche era stata liquidata all’azienda nel 2015.