Ruota tutta attorno alle figure dei fratelli Aldo e Dino Cuzzocrea, entrambi di Seminara, del nisseno Antonio Di Prima e del messinese Dario Zaccone, l’inchiesta “Cappellani” scattata stamani all’alba. Una vicenda, quella snocciolata nel lungo provvedimento siglato dal GIP Daniela Urbani, che ripercorre passo passo l’intera storia dell’immobile che oggi è sede della clinica privata Villa Cappellani. L’inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, prende piede da alcune segnalazioni di “scudo fiscale” compiute dai fratelli Cuzzocrea, nel 2009, al fine di far rientrare alcuni capitali detenuti all’estero. Si trattava, nello specifico, di quote di capitale e finanziamenti di soci della società anonima di diritto lussemburghese AUGHI S.A. Secondo quanto accertato, negli anni precedenti allo scudo, la AUGHI avrebbe effettuato alcune operazioni “poco chiare” riguardanti l’immobile dove aveva sede la casa di cura Villa Cappellani, acquistato dall’omonima società Villa Cappellani Srl nel 2002.
LA FIGURA DI ZACCONE. La Società Villa Cappellani Srl nasce nel 2002 da due soggetti, di cui uno è Dario Zaccone, oggi indagato per riciclaggio. Zaccone detiene l’1% delle quote, mentre il 99% è di un altro soggetto che, poco dopo, cede la quota alla AUGHI SA (costituita 5 giorni dopo la nascita della società Villa Cappellani). Nello stesso anno, la Villa Cappellani rappresentata da Zaccone compra il complesso immobiliare dove risiede la casa di cura per circa 1.800.000 euro, grazie ad un finanziamento concesso dalla stessa AUGHI.
LA STORIA. Nel 2006, Dario Zaccone rinuncia alla qualità di socio di minoranza e la AUGHI diviene così socio unico della società Villa Cappellani. Ne viene fuori che tale società estera è comunque riconducibile a Dino Cuzzocrea e Antonino Di Prima i quali, aderendo allo “scudo fiscale” ter, rimpatriano le quote societarie per quasi 2milioni di euro. Tra il 2010 e il 2011, l’AUGHI viene trasformata nella Immobiliare Cappellani Srl della quale Dino Cuzzocrea diventa socio al 60% ed amministratore unico, mentre il restante finisce nelle mani di Antonino Di Prima, nel 2015. Sempre nel 2011, la nuova società incorpora la società Villa Cappellani acquisendone il controllo dell’intero capitale sociale.
LE ACCUSE. Le minuziose indagini condotte dai finanzieri del Nucleo Tributario di Messina avrebbero fatto emergere come Dino Cuzzocrea e Antonino Di Prima abbiano compiuto diverse operazioni per mascherare le loro ricchezze, attribuendole ad altri prestanome, tra cui Zaccone. Dalle intercettazioni si evidenzierebbe, inoltre, lo stretto legame tra i fratelli Cuzzocrea e Zaccone, nonché tra Zaccone e Di Prima. Per Dino e Aldo Cuzzocrea, nonché per Antonino Di Prima, i reati ipotizzati sono così di trasferimento fraudolento di titoli e valori, mentre per Dario Zaccone è riciclaggio.
(Veronica Crocitti)