Quando nel presentare l’ultimo (per adesso, si spera) concerto della Filarmonica Laudamo, domenica u.s., il direttore artistico, Luciano Troja, ha sottolineato, col consueto garbo, che i teatri e le sale da concerto sono i luoghi più sicuri con riferimento ai pericoli di contagio, si è levato spontaneamente un convinto applauso, da parte del numeroso – per quanto consentito – pubblico in sala. Siamo in molti a pensare che tale misura presa dal Governo Centrale sia stata irragionevole ed ingiusta, penalizzando ancora una volta il settore che forse più di tutti ha pagato le conseguenze della pandemia: la cultura, e in particolare il teatro e la musica.
Questa travagliatissima stagione musicale quindi si è interrotta ancora una volta, e ha chiuso (speriamo solo per momentaneamente) veramente in bellezza, con un concerto da camera di altissimo livello, sia per la qualità degli interpreti che per l’importanza dei brani proposti.
Era previsto il concerto di Salvatore Accardo, accompagnato da Laura Manzini, ma per una indisposizione del violinista il concerto è stato sostituito con un altro duo violino/pianoforte, che non ha certo fatto rimpiangere quello originario.
Si sono esibiti il violinista Sergej Krilov e il pianista Edoardo Maria Strabbioli, in un programma di assoluto rilievo, comprendente due capisaldi della letteratura musicale per violino e pianoforte: la celeberrima Sonata in la maggiore di Cesar Franck e la Sonata n. 2 in sol maggiore di Maurice Ravel.
La sonata di Franck è fra le più eseguite nelle sale da concerto, sicuramente fra le più amate, e si può considerare senz’altro il principale capolavoro del musicista belga nell’ambito della musica da camera. In questo capolavoro il compositore belga realizza in maniera compiuta la sua concezione musicale della forma ciclica, con il primo tema che ricompare più volte nel corso dell’opera. L’unitarietà della concezione che ne deriva è magistrale, e il carattere appassionato del brano si mantiene sempre nei limiti di un perfetto equilibrio formale. In quattro movimenti Allegretto ben moderato; Allegro – Quasi lento – Tempo I; Recitativo/fantasia; “Allegretto poco mosso”, tutti di elevato spessore artistico, ci piace porre l’accento in particolare sull’ultimo, splendido, con un tema che da grazioso e tenero nella sua esposizione diventa appassionato nello sviluppo, fino all’indimenticabile finale.
Brillante e intensa l’esecuzione dei due interpreti, perfettamente affiatati, senza mai che uno strumento abbia prevalso sull’altro. Interpretazione attentissima alle sfumature, rispettosa dei tempi, che ha saputo restituire tutto l’incanto di questo straordinario capolavoro.
È stata poi la volta della Sonata n. 2 in sol maggiore di Maurice Ravel, l’ultimo capolavoro per musica da camera del musicista francese, finito di comporre nel 1927. La Sonata si caratterizza per la sua straordinaria modernità, e consta di tre movimenti assai diversi fra di loro.
Il primo movimento – Allegretto – ha carattere elegiaco, quasi fiabesco, dalle ampie figure melodiche cantate dal violino. Il celebre secondo movimento – Blues – presenta temi tratti dalla tradizione popolare, resi in forma jazzistica o di ragtime, trasfigurati però elegantemente dal colto e raffinato trattamento degli strumenti elaborato da Ravel. L’ultimo movimento, intitolato “Perpetuum Mobile”, è appunto un moto perpetuo sfrenato, vera prova di agilità virtuosistica per il violinista, quasi ossessivo, tale da strappare naturalmente gli applausi. Il miracolo di questa Sonata è forse il fatto che, nonostante la diversità dei tre movimenti, la stessa risulta meravigliosamente equilibrata.
Magistrale l’esecuzione degli interpreti, in particolare di Sergej Krilov, dal momento che è il violino ad essere messo a dura prova in questa composizione.
I fragorosi e insistiti applausi sono stati ricambiati con un impegnativo bis, l’“Introduzione e Rondò” di Camille Saint Saens.
Si tratta di una composizione di sicuro effetto, spesso eseguita nelle sale da concerto, sovente proprio come bis. Dopo una introduzione di carattere lirico, il brano si sbizzarrisce in un rondò dal ritmo spagnoleggiante, ove il violino è assoluto protagonista, e Krilov ha potuto sfoggiare la sua eccezionale tecnica violinistica, ricevendo la meritata ovazione. Speriamo di rivederci presto in questo spazio musicale.