Bilancio di fine anno per l’Acr: disposti a dialogare per il bene del Messina, ma avanti anche da soli

Conferenza-bilancio di fine stagione per l’Acr Messina, con in vertici del sodalizio sportivo che al termine della partita contro l’Adrano hanno voluto chiarire l’attuale momento societario e sgombrare il campo da voci che si sono susseguite durante la settimana. «Lo avevamo detto la scorsa estate, per noi il campionato era già stato vinto iscrivendo la squadra al torneo e riportando la società in mani sicure», ha esordito il presidente Lello Manfredi, che ha poi ringraziato quanti hanno dato un contributo durante il campionato ancora in corso.

I PLAYOFF – «Resto della convinzione che senza penalizzazioni saremmo in Lega Pro – ha proseguito Manfredi, affiancato dai principali soci -. Spero comunque che la squadra trovi la forza e le energie per continuare a vincere». Il presidente della Lega Calcio, Giancarlo Abete, avrebbe comunque fatto capire che le possibilità di ripescaggio sono ancora vive. Ecco perché sarà importante comunque onorare questa la coda della stagione.

LO SGUARDO AL FUTURO E I DEBITI – «Ho sempre detto di ritenermi un traghettatore – ha affermato il presidente giallorosso -. Fino ad oggi in tanti si sono avvicinati al Messina ma nessuno concretamente». Questa la risposta a chi ritiene che il problema possa essere la situazione finanziaria della società. «Questa storia dei debiti è diventata un alibi – ha aggiunto Manfredi -. Per farlo capire diciamo oggi che l’attuale gruppo è disposto ad accollarseli, così nessuno potrà più avere il timore di acquistare la società. Il debito tra l’altro è già stato dimezzato. Da adesso si gioca a bocce ferme». Al bando fughe di notizie sui social network: «Le notizie ufficiali sono quelle che noi diffondiamo, il resto sono solo chiacchiere». Smentito il monte debiti di un milione di euro, nella prossima settimana la quota precisa verrà resa nota dopo l’esame approfondito in corso che verrà ultimato dal commercialista Antonio Morgante.

L’UNIONE FA LA FORZA – «Abbiamo avuto la possibilità di essere affiancati o cedere ma abbiamo voluto tenere legata la società alla nostra città – ha continuato Manfredi -. Il nostro motto è sempre stato “l’unione fa la forza”, quindi ancora una volta ribadiamo che non abbiamo alcuna preclusione nei confronti di chi vuole il bene del Messina. L’unica clausola che poniamo è che si parta dall’Acr, non perché lo vogliamo noi ma perché lo hanno fatto capire apertamente i tifosi». L’attuale proprietà ha poi fatto sapere che si dichiara pronta ad affiancare qualcuno di veramente importante o anche a farsi da parte. Rispetto al Città di Messina questa la posizione assunta: «Aperti ad un discorso comune, ma non possiamo aspettare il 15 giugno che finiscano i playoff perché vogliamo programmare per tempo». Nessun riferimento specifico, invece, rispetto a contatti con la famiglia Lo Monaco per il progetto “Milazzo” o su presunte fusioni. Ma il discorso resta uguale a quello precedentemente fatto.

AVANTI ANCHE DA SOLI, O MEGLIO CON BONINA – Senza ripescaggio o ipotesi alternative l’Acr sarebbe comunque in grado di iscriversi in serie D e disputare il prossimo campionato. Al Celeste, questo sarebbe il primo obiettivo. «La compagine societaria si rafforzerà a breve con nuovi ingressi che hanno apprezzato quanto abbiamo fatto in questi mesi – ha affermato Manfredi -. Certamente cambierà il management e la composizione dei vertici. Probabile che a capo ci sia un presidente ricco che mettendo i soldi possa anche entrare negli spogliatoi e battere i pugni». L’identikit porta ovviamente ad Immacolato Bonina: «Non ci nascondiamo, abbiamo rinunciato ad accordi con altri proprio perché abbiamo sempre provato a coinvolgerlo». Le cose potrebbero però cambiare in rapporto ad un coinvolgimento dell’imprenditore barcellonese con il progetto che i Lo Monaco starebbero cercando di sviluppare in città, forse anche alternativo all’Acr. Ma in questo momento, come è nostro costume, occorre limitarsi esclusivamente ai fatti, anche se abbiamo il timore di essere solo all’inizio di un’estate che si preannuncia ancora una volta infuocata. (E. Rigano)