A Roma si dice usualmente “le chiacchiere stanno a zero”. E’ un modo come un altro per affermare che le parole contano poco, rendono più i fatti. E la Messina sportiva di chiacchiere negli ultimi anni ne ha sentite fin troppe. Ecco perché, ormai da tempo, questa testata ha deciso di non scrivere e raccontare vere o presunte contrattazioni che hanno riguardato l’Acr Messina. Auto-deroga che ci concediamo in questa occasione per ribadire un concetto: Lello Manfredi è il presidente del Messina e non si tocca. Non si discute. Dicevamo di trattative vero o presunte, di offerte vere o presunte, di provocazioni vere che non servono a nessuno. Il momento è già difficile, non serve complicarlo oltremodo. Eppure sembra di stare tornando indietro di qualche mese, alla vigilia della partita con la Battipagliese, una delle tante gare che poteva rappresentare la svolta in questo campionato “maledetto” per i colori giallorossi. Le vicende societarie che rubano la concentrazione a squadra ed ambiente e la successiva defaillance in campo.
I problemi attuali sono noti: debiti pregressi, conti da saldare con calciatori e dipendenti, classifica che purtroppo non sorride tra punti di penalizzazione e occasioni sciupate. L’ultima, per un motivo o per un altro, quella di Palazzolo. Quanto serve avviare contrattazioni mediatiche? Certamente poco. La “febbre giallorossa” del collega Maurizio Licordari, come sempre puntuale nel dare spazio a tutti e nel trovare le notizie, ha raccolto l’ennesimo tentativo di dare luce ad un quadro che seppur buio deve essere risolto nel silenzio, con discrezione e serietà (qualora questa ci sia). Ripetiamo a scanso di equivoci, servono i fatti. Quelli dimostrati da Lello Manfredi questa estate con l’assunzione delle responsabilità del timone di una barca alla deriva, condotta in un porto sicuro, seppur sprovvisto di scorte utili per un viaggio a lunga durata. Ciò, in attesa che la barca possa essere acquisita da altri.
Allora tirate fuori i remi e remate. Non servono cento comandanti, ma tanti rematori per convergere verso un unico obiettivo. Domenica la sfida contro l’HinterReggio capolista è troppo significativa (importante sarebbe eccessivo) per sproloquiare ancora. Ci vuole concentrazione perché potrebbe davvero essere l’ultima occasione per immaginare qualcosa di diverso da ciò che fino ad oggi il Messina ha dimostrato di non riuscire ad ottenere. A fine campionato ci sarà tempo, come ormai consuetudine, per giochi e giochetti, voci e azioni reali. Adesso è il momento di lottare, al San Filippo. Laddove rimbombano i cori e le “chiacchiere stanno a zero”.