La riflessione dopo l’ennesima sparatoria a Napoli nella quale una bambina è rimasta gravemente ferita, vittima di un’arma da guerra.
Quarta serie, quattro anni di Gomorra, la serie. E prima, il Capo dei capi ed altre serie di fatto Apologie di Mafie. Nessuno lo dice. Pochi lo sottolineano con forza. Le Paranze di ragazzini con pistole e fucili veri, che fanno morti e tragedie vere, sono figlie di queste sponsorizzazioni autorizzate della malavita, di camorra, mafia, ndrangheta. Tumori portati dalle tv a modello di vita per i giovani in un terreno fertilissimo. Nel deserto di famiglie impalpabili o scoppiate e di creature giovani affidate a mamma social la subcultura mafiosa attecchisce facilmente. Con la forza e la passione di una paracultura cancerogena dal fascino simile all’eroina. Sai che ti ammazzera’ ma lo farà dandoti na botta di vita. Fuori dall’anestesia della non vita contemporanea, asociale, isolata, individualista e piena di solitudine, questi gruppetti criminali autocreano una famiglia di piccoli guappetti fondata sull’onore del brivido per gioco e del potere consumistico amorale. Un inferno esistenziale che in una sparatoria ti fa quasi uccidere una bambina di 4 anni anche calpestandola. Produzioni televisive criminali come le Paranze stesse. Andrebbero vietate o regolamentate con rigore. Ma quando e da chi?
Giuseppe Valerio Scarcella