“Non ci saranno solo 50 o 60 negozi chiusi, ma intere strade vuote”. Il presidente della Confcommercio di Messina, Carmelo Picciotto, dopo le anticipazioni di ieri (vedi correlato), presenta in conferenza stampa le iniziative previste per contestare l’attuale isola pedonale, venerdì pomeriggio, dalle 15 alle 20.
“Incassiamo anche la chiusura della grande distribuzione – afferma -. Sono tutti d’accordo con noi a iniziare solo sabato e domenica perché stanno subendo una perdita importante. Con l’abbassamento delle grandi vetrine, ci si renderà conto ancor di più dell’alta partecipazione. Il dato indiscutibile è la desertificazione dal lunedì al venerdì”.
Isola pedonale solo nei week end, dunque, ma soprattutto l’istituzione di un tavolo tecnico periodico di confronto, così come era stato promesso, che non c’è mai stato. “Chiediamo di lavorare a fianco dell’amministrazione comunale – riprende Picciotto – per arrivare ad avere risultati positivi. Non capiamo perché, anche su internet, riceviamo critiche da parte di persone vicine all’amministrazione comunale, che in passato hanno sempre protestato perché non venivano ascoltate”.
Si parla di iniziare con due giorni a settimana, ma l’inizio presuppone un seguito. C’è la possibilità – chiediamo a Picciotto – che in futuro ci si accordi su un’isola pedonale permanente? “Sì – risponde -, ma vogliamo condividere un percorso che non abbiamo capito, visto che non ci è stato comunicato più nulla. Si potrà pensare ad allargare ad altri giorni insieme ai commercianti, a meno che non sia stato messo in conto, come dice qualcuno, che se le attività vanno via non è un problema. Noi siamo vicini a questi esercenti. Alcune grosse aziende hanno già fatto causa al Comune per le perdite economiche”.
Una battuta, infine, sul contrasto tra l’isola solo nei week end e un abbellimento dell’area. “Non sono confliggenti – conclude Picciotto -. E’ possibile spostare gli addobbi, o delle chiusure migliori di semplici transenne, il sabato mattina e la domenica sera, potremmo occuparcene anche noi”.
(Marco Ipsale)