Possibilità di ribassi d’asta troppo alti e ripartizione dei punteggi che non garantisce servizi efficienti né per gli utenti né per i lavoratori. La Fp Cgil lo aveva denunciato già nei giorni immediatamente successivi alla pubblicazione dei bandi dei servizi sociali, puntando l’attenzione soprattutto su alcuni passaggi che, secondo il sindacato, rischiano di compromettere una buona gestione dei servizi. Non è servito neanche l’incontro dei giorni scorsi con l’assessore Nino Mantineo per allontanare i dubbi, anzi per la Fp Cgil quel vertice è stato una “perdita di tempo”. Se dunque la Funzione Pubblica della Cisl era uscita soddisfatta da quella riunione, spiegando anche che molti punti erano stati chiariti, la segretaria della Fp Cgil alza ancor di più le barricate e contesta aspramente le scelte che sta facendo l’amministrazione nel delicatissimo settore dei servizi sociali.
Le perplessità del sindacato sono ancora legate alla possibilità delle imprese di praticare un ribasso fino al 100% sulle spese generali di gestione, poiché “un’eccessiva offerta di ribasso da parte delle imprese potrebbe non garantire l’interesse pubblico alla buona erogazione del servizio e alla tutela dei diritti sociali e sanitari degli utenti. Inoltre, spiga la segretaria Clara Crocè, un eccesso di ribasso sui costi di gestione non consentirebbe il mantenimento di tutta la forza lavoro in atto impiegata in alcuni servizi. Sarà difficile per le imprese sane, specialmente per le imprese sociali, diventare concorrenziali ove è previsto un simile ribasso”.
La Fp Cgil non condivide neanche la scelta di attribuire un maggiore punteggio alla progettualità, sino all’80%, punteggio facilmente raggiungibile da tutte le imprese. Quindi a parità di punti sui progetti, tutta la partita si giocherebbe sul ribasso sugli oneri di gestione. “Una scelta politica di stampo liberista che non pensavamo potesse essere attuata dall’Amministrazione Accorinti, in quanto i servizi alla persona non possono essere aggiudicati aprendo indistintamente al libero mercato” commenta senza mezzi termini Clara Crocè.
Per il sindacato si tratta di scelte che inevitabilmente scateneranno una nuova guerra tra poveri. “Non possiamo fare a meno di continuare ad esprimere perplessità in merito al modus operandi dell’Assessore Mantineo. Pur avendo a disposizione risorse necessarie derivanti dalla 328, dai fondi PAC dai piani di zona, non ha messo in campo un sistema a garanzia degli attuali livelli occupazionali degli operatori di tutti i servizi, compresi quelli di Casa Serena. Abbiamo chiesto all’amministrazione di rispondere per iscritto ai rilievi mossi dalla Fp Cgil– conclude Crocè- in quanto le spiegazioni fornite non ci convincono”.
Adesso l’attenzione resterà alta sui ribassi che saranno presentati dalle imprese partecipanti, a partire dalle aggiudicazioni dei bandi della 328. Obiettivo: assicurare servizi di qualità e garantire tutti i livelli occupazionali.