Sembrava non dovesse finire più la giornata di assedio a Palazzo Zanca. I lavoratori dei servizi sociali erano fermi e decisi: “se non diranno cosa succederà a noi e ai nostri assistiti non ci muoveremo da qui”. E così è stato. La lunga protesta è iniziata questa mattina presto, dentro e fuori dal palazzo. Urla, nervosismo, voglia di non mollare, scene purtroppo viste troppo spesso in questi ultimi mesi. Tanti i momenti clou che hanno scandito la protesta dei servizi sociali di oggi. Ma partiamo dalla fine. Perché la notizia che i lavoratori attendevano è arrivata solo nel pomeriggio. Domani il commissario Croce firmerà le proroghe per i servizi che aveva sospeso venerdì mattina. Avrebbe dovuto farlo già oggi, così aveva assicurato. Ma sembrava che questa benedetta firma fosse legata alla presentazione dei nuovi bandi di gara che il Dirigente al Dipartimento Servizi Sociali aveva preparato, bandi che a quanto pare dovranno essere modulati in modo diverso e seguendo delle precise direttive che il commissario Croce ha imposto al Dirigente De Francesco. Per fare ciò ci vorrà tempo. Lavoratori e servizi non possono aspettare. Lo stesso De Francesco, durante la giornata, aveva scritto al commissario Croce per chiedere la proroga immediata nell’attesa dei bandi che dovranno essere riesaminati. Tra la confusione massima di questa giornata ad un certo punto aveva iniziato a circolare voce di possibili dimissioni da parte del Dirigente, voci quasi subito smentite categoricamente. Per ore i lavoratori, insieme ai sindacalisti della Funzione Pubblica Cgil e dell’Orsa, hanno presidiato la porta del commissario Croce chiedendo un incontro. Alla fine li ha ricevuti il Capo di Gabinetto Loredana Sciglio che, parlando a nome del commissario, ha garantito che domani arriverà la firma, che le proroghe saranno valide per i prossimi due mesi e che già venerdì mattina tutti i lavoratori potranno tornare a prestare assistenza ad anziani e disabili che in questi giorni sono stati abbandonati al loro destino. Ma non è ancora finita. Il Commissario ha convocato tutti i sindacati per domattina alle 10.30 a Palazzo Zanca.
Per l’Orsa "il passo indietro del Commissario, che ha dovuto cedere alle proteste dei lavoratori, è un atto dovuto, ma chiediamo da subito l'avvio del confronto in vista dei nuovi bandi affinché si cambi il sistema complessivo delle cooperative di cui si è di fatto sancito il fallimento e non si ripetano così tra due mesi le stesse scene di disperazione a cui oggi abbiamo assistito”.
La segretaria della Fp Cgil Clara Crocè ha chiesto anche notizie degli stipendi dei lavoratori che non vedono un centesimo da mesi. “E’ inaccettabile che centinaia di operatori, dopo il marasma di questi giorni, siano anche costretti a trascorrere la Pasqua senza stipendi”. La sindacalista ha chiesto alla dottoressa Sciglio di imprimere una forte accelerata al pagamento di almeno una mensilità arretrata prima delle feste per dare un minimo di respiro a chi aspetta da mesi tra mille difficoltà. Ma le certezze sono davvero poche. I riflettori naturalmente restano puntati su Palazzo Zanca e su quella firma che il commissario Croce domani dovrà mettere sulle proroghe.
Di servizi sociali però il commissario Croce aveva parlato con i giornalisti durante la conferenza stampa di presentazione del report sull’inquinamento acustico che si è svolta questa mattina a Palazzo Zanca. Già in mattinata l’ex procuratore aveva garantito che le proroghe sarebbero arrivate ma ha anche confermato che nei nuovi bandi sarà prevista la gestione a prestazione dei vari servizi. “Bisogna ridurre le spese, non possiamo continuare a pagare 39 milioni di euro l’anno, ma i tagli non ricadranno sul personale” aveva assicurato Croce. Che però alla domanda su quali saranno le garanzie di continuità occupazionale ha tentennato, spiegando poi che, se ci dovesse essere esubero rispetto alle esigenze, e si studierà il modo per spostare parte degli operatori nei progetti che rientrato nella legge 328. Progetti volti all’assistenza di persone anziane, diversamente abili, indigenti e stranieri. Una ipotesi non buttata lì per caso, considerato che durante la mattinata è giunta notizia che i fondi sono stati sbloccati e che per Messina ci saranno a disposizione circa 10 milioni di euro. Si tratta di stanziamenti che risalgono addirittura al 2001 e che non erano stati impiegati a causa di problemi burocratico – contabili che avevano visto da una parte la regione Sicilia, e dall’altra il comune di Messina, che sembravano per un decennio non riuscire a convergere sullo svolgimento dei progetti stessi, approvati in via definitiva nel 2009.
Proprio su questi finanziamenti in arrivo la Cisl ha detto la sua. "Fortunatamente il pericolo sembra scongiurato e il Piano in questione con due anni di ritardo è stato finalmente approvato e, anche se questa buona notizia non risolverà i gravi problemi che riguardano il settore sociale, può portare una boccata di ossigeno sia alle famiglie che hanno a carico anziani, diversamente abili, minori sia alle centinaia di lavoratori che operano nel settore".
La protesta di oggi e il malessere di questi giorni hanno svegliato anche la politica che forse è rimasta per troppo tempo in silenzio, permettendo che si arrivasse a questo punto così drammatico.
I consiglieri del Pd e dell' Udc Calabrò, Caprì, Cucinotta, Culletta e Messina hanno chiesto al commissario Croce un incontro urgente da fissare già domattina con tutti i capigruppo consiliari e con la commissione Servizi Sociali. I consiglieri del Pd ritengono che la scelta di politica sociale così importante come la predisposizione di bandi e gestione dei servizi debba spettare alla futura, ormai prossima, amministrazione comunale. Per questo hanno chiesto al commissario di tornare sui suoi passi, abbandonare l’ipotesi dei servizi a prestazione e lavorare per garantire solo la prosecuzione dei servizi sia per i lavoratori che per gli utenti.
Anche Paolo Saglimbeni, sempre del Pd, ha chiesto immediata revoca della sospensione e proroga alle attuali cooperative, imponendo loro, a garanzia dei lavoratori, la sottoscrizione di intese che consentano la canalizzazione diretta delle retribuzioni. Guardando ai bandi di gara, invece, invita a considerare una volta per tutte risorse sufficienti a difendere gli attuali livelli occupazionali utilizzando anche parte delle risorse finanziarie della 328 con l’impegno a razionalizzare l’intero sistema dei servizi riequilibrando, tra l’altro, il rapporto tra personale e assistiti, garantendo l’assistenza ad un numero maggiore di cittadini nel rispetto dei parametri di legge. (Francesca Stornante)