Nei servizi sociali messinesi è caos vero. Non è bastato dire addio alle cooperative, internalizzare i servizi, assumere 540 lavoratori e dare vita ad una nuova società. In pochi mesi i problemi sono esplosi di nuovo e Messina Social City diventa terreno di scontro politico e amministrativo. Perché quello che è accaduto in questi giorni a Palazzo Zanca coinvolge tutti.
Dal segretario generale alla dirigente del Dipartimento, consulenti e poi sindacati, consiglio comunale. Una guerra aperta sul caso esploso per il contratto di servizio cambiato all’insaputa del consiglio, un consiglio comunale che vuole vederci chiaro perché ha votato atti chiari e precisi ai tempi del SalvaMessina. Lo stesso consiglio comunale che oggi viene impallinato perché ha deciso di non votare a occhi chiusi una variazione di bilancio per destinare alla Messina Social City nuove risorse finanziarie e che si divide su questo fronte. E così diventano i colpevoli del ritardo negli stipendi. Stipendi di cui non si è saputo nulla per tutto il mese di aprile, ma per i quali il Comune aveva dato il via libera ai pagamenti. Insomma, un vero caos che giorno dopo giorno si ingigantisce sempre di più.
Ieri in aula il colpo di scena proprio su quel contratto di servizio firmato tra Messina Social City e Comune e che il consiglio avrebbe dovuto ratificare. Quando però nei giorni scorsi è arrivato in aula, in molti si sono accorti che non era lo stesso che era stato votato a novembre. Che c’erano delle modifiche importanti e sostanziali. Hanno chiesto chiarimenti. E quelli arrivati ieri sera hanno fatto sobbalzare gli stessi consiglieri che si sono trovanti davanti alla durissima presa di posizione del segretario generale Rossana Carrubba nei confronti della dirigente dei servizi sociali Loredana Carrara.
In pratica il segretario generale ha parlato di condotta amministrativa non corretta, di incompetenza relativa perché non le competeva apportare quelle modifiche, di errore, di rischio per l’ente e per la stessa azienda.
Una questione che ha scatenato l’aula. Il consigliere comunale Libero Gioveni ha chiesto al Segretario Generale di prendere provvedimenti disciplinari nei confronti del Dirigente Carrara per gli “errori madornali” commessi nella stesura del nuovo contratto di servizio firmato il 13 marzo scorso. «La fretta di aver voluto a tutti i costi far partire dallo scorso 1 marzo l’attività dell’agenzia evidentemente ha giocato i classici “brutti scherzi”, e chi ne é responsabile, specie se lautamente remunerato, deve pagare. Se non ci pensa il Segretario Generale – reclama il consigliere comunale – ci pensi direttamente il sindaco De Luca, che forse, se non fosse stato troppo distratto in queste ultime settimane dalla campagna elettorale per le Europee, avrebbe evitato questo “abbaglio amministrativo” e, perché no, forse anche la bocciatura ieri sera in Aula della delibera di variazione di Bilancio da lui stesso presentata.
Sulla stessa scia anche il gruppo Ora Messina che si rivolge direttamente al sindaco De Luca: «Chi sbaglia deve prendersi le proprie responsabilità. Gli errori della dirigente Carrara non sono perdonabili, ne chiediamo la sostituzione immediata».
C’è però poi l’altro fronte che ha diviso il consiglio: il voto sulla variazione di bilancio che ieri sera non è passata in aula. Sono sempre gli esponenti di Ora Messina Nicoletta D’Angelo, Giandomenico La Fauci e Francesco Pagano a prendere le distanze da quei colleghi che non hanno voluto dare il via libera a questo provvedimento. «Chiamati a votare la delibera per la variazione di bilancio, che avrebbe consentito la destinazione di 803 mila euro per il pagamento degli stipendi, ci siamo ritrovati ancora una volta in mezzo a battaglie di scopo politico ed errori madornali.
Il nostro voto è stato favorevole. Non abbiamo voglia di nessuna guerra politica, non ci metteremo mai di traverso per motivi preconcetti. Diverso, invece, il comportamento del M5S e di parte del PD che, per l’ennesima volta, hanno preferito mettere davanti alla gente la propria posizione politica; una soluzione di comodo quella di astenersi affidando al resto del Consiglio il destino delle votazioni».
Ancora più duro l’attacco riservato dal sindacato Fiadel che non ha digerito la volontà espressa dall’aula e addita il consiglio come il responsabile del mancato pagamento degli stipendi.
“Lo scontro tra amministrazione De Luca e Consiglio non può giocarsi sulla pelle dei operatori -commentano Clara Crocè e Gianluca Gangemi. Non staremo con le mani in mano e non consentiremo più a nessuno di giocare con il futuro di centinaia di persone. A rischio i pagamenti previsti entro il 15 maggio. L’ennesima beffa ai danni dei lavoratori dei servizi sociali si è consumata questa sera in Aula a Palazzo Zanca. La Messina Social City è un’operazione di ripristino della legalità e della dignità dei lavoratori e reagiremo rispondendo colpo su colpo ai detrattori e a chi fa ostruzionismo».
Francesca Stornante