Stipendi direttamente ai lavoratori, ma serve un atto dei sindacati: a chi tocca sciogliere il nodo?

Stipendi quasi sempre in ritardo, lavoratori spesso stanchi ed esasperati, proteste, battaglie sindacali. E’ un quadro fin troppo noto quello dei servizi sociali messinesi. Un settore sempre in fermento e in difficoltà. Tra i mille problemi, proprio gli stipendi sono stati al centro di innumerevoli manifestazioni, di incontri, di promesse e impegni. E tra le tante richieste che nel tempo si sono susseguite, è spesso riecheggiata la proposta che il Comune pagasse direttamente i lavoratori, bypassando le cooperative che gestiscono i vari servizi dedicati ad anziani, bambini, disabili. Sindacati e lavoratori hanno più volte chiesto a gran voce questo tipo di azione, soprattutto nei momenti più duri, quando gli stipendi sono mancati per mesi e i lavoratori erano stremati. La stessa idea era stata avanzata anche da qualche consigliere comunale e nei giorni scorsi è stato proprio Libero Gioveni a riportare a galla questa possibilità incalzando l’amministrazione a valutare se questa strada possa essere percorribile. A quanto pare però devono essere proprio i sindacati a chiedere ufficialmente questo cambio di rotta. Non solo attraverso striscioni e comunicati stampa ma con atti formali che diano al Dipartimento Servizi Sociali gli strumenti per muoversi in questa direzione. Naturale chiedersi allora perché non sia stato fatto fino ad ora. Di certo c’è che il dirigente ai servizi sociali, Domenico Zaccone, ha spiegato a chiare lettere ai consiglieri della VI commissione consiliare qual è la procedura affinché il Comune decida di intervenire direttamente, ignorando i contratti sottoscritti con le coop che prevedono precisi impegni di spesa per coprire anche il costo del lavoro.

Zaccone ha spiegato che il Dipartimento può avviare un intervento sostitutivo solo nel momento in cui arriva sulla sua scrivania un cosiddetto atto propulsivo, un atto che dovrebbero sottoscrivere per esempio i sindacati motivando la richiesta con le eventuali inadempienze o irregolarità compiute dalle cooperative. Senza questa richieste, stando alle dichiarazioni del dirigente basate sulla normativa vigente, il Comune ha le mani legate. Di fronte ad un atto propulsivo, invece, se non intervenisse, potrebbe incorrere in omissione di atti d’ufficio e rispondere direttamente del mancato intervento sostitutivo. Il dirigente ha anche aggiunto che fino ad oggi, oltre le riunioni e i confronti, non c'è mai stato alcun passo in questa direzione dalla parte sindacale.

E’ stata questa la risposta che il dirigente ha dato insieme all’assessore Nina Santisi dopo il quesito posto da Gioveni sul pagamento diretto dal Comune ai lavoratori. Non per mancanza di fiducia nei confronti delle cooperative, né tanto meno per addossare colpe ad alcuno, aveva spiegato il consigliere, ma solo per «mettere mano ad un meccanismo amministrativo "tortuoso", spesso inceppato, che raramente funziona come dovrebbe anche per i numerosi adempimenti che fanno capo al Dipartimento Ragioneria e che, quindi, andrebbe sburocratizzato».

A questo punto dunque sarebbe semplicissimo, basterebbe che i sindacati firmassero questo atto propulsivo e via libera agli stipendi direttamente nelle tasche dei lavoratori dei servizi sociali. Non si può però ignorare il fatto che molti dei ritardi che si accumulano derivano proprio dai guai finanziari di Palazzo Zanca e dai bilanci non approvati in tempo. Il Comune non corrisponde in tempo le fatture che le coop incassano per gestire i servizi e anche se è vero che i bandi di gara prevedono che le coop abbiano una capacità economica che copra comunque gli stipendi è anche vero che anticipare numerose mensilità diventa difficile. Dunque, stando anche ai ritardi del Comune, cosa accadrebbe se davvero i sindacati mettessero per iscritto quella richiesta? Interrogativi e risposte che comunque non dicono nulla di nuovo ai lavoratori, coloro i quali alla fine sono gli unici ad aspettare e a dover avere pazienza.

Francesca Stornante