Vertice a Palermo per salvare i fondi Pac, sul tavolo una serie di soluzioni da vagliare

Forse si aprono degli spiragli per salvare i fondi Pac. Il problema non è solo di Messina, ma riguarda la maggior parte dei Comuni siciliani. Ecco perché servono soluzioni corali che possano aiutare tutti ad uscire dall’impasse. Ed ecco perché ieri l’assessore ai Servizi Sociali Nino Mantineo si è recato a Palermo insieme ai sindaci di Villafranca Tirrena e Pagliara, capifila delle fasce ioniche e tirreniche del distretto D26, e l’assessore ai servizi sociali di Saponara. Obiettivo: fare squadra e portare alla luce che i parametri previsti per beneficiare di queste somme sono troppo restrittivi e sembrano confezionati per costringere le amministrazioni comunali a rinunciare agli importanti finanziamenti. Per il Comune di Messina ci sono in ballo quasi 5 milioni di euro da destinare a progetti per l’infanzia e gli anziani. Somme che, in un periodo di difficoltà economica, non ci si può far scappare. Mantineo ha incontrato la Dirigente del Dipartimento regionale ai Servizi Sociali Antonella Bullara, incaricata dall’assessore regionale Giovanni Bruno a seguire da vicino la vicenda dei fondi Pac che sta creando non pochi grattacapi ai diversi comuni della Sicilia che sono riusciti a intercettare i fondi ma che ora rischiano di non vederli mai arrivare.

Mantineo ha ribadito anche in sede regionale che il problema principale è legato alla oggettiva difficoltà di avviare i servizi con la sola anticipazione del 5% dell’importo totale e pagamenti intermedi, sempre del 5%, a rimborso di spese effettivamente sostenute. L’assessore ha spiegato che questi parametri rendono impossibile l'erogazione di qualunque servizio o la realizzazione di qualunque opera, a meno che il Comune non provveda ad anticipare una cospicua parte del finanziamento, che successivamente a seguito di rendicontazione verrà erogato dall'Autorità di Gestione al Comune. Ma il Comune di Messina, com'è noto, attraversa un periodo di difficoltà finanziaria ed ha in corso la procedura di riequilibrio finanziario pluriennale e non può certo anticipare alcuna somma.

Un problema non nuovo per l’assessorato regionale che lo ha già fatto presente al Ministero dell’Economia e delle Finanze. Dunque a questo punto bisogna impostare una strategia per uscire dal labirinto. La dirigente Bullara ha chiesto all’assessore Mantineo di mettere nero su bianco una serie di soluzioni che potrebbero risolvere il problema. “Abbiamo confermato che non abbiamo intenzione di rinunciare ai fondi Pac perché si tratta di nuove tipologie di interventi per finanziare i servizi sociali che possono mantenersi nel tempo, dunque è fondamentale avere capacità di spesa e di progettazione. Messina è stato uno dei primi Comuni a presentare progetti meritevoli di essere finanziati, dunque non possono non tenere in considerazione le nostre problematiche” ha spiegato l’assessore”.

La dirigente Bullara ha dunque chiesto di comunicare ufficialmente tutte le proposte che Messina ritiene possano rappresentare una via d’uscita sia di natura finanziaria che gestionale. Mantineo ha già le idee chiarissime, l’elenco è praticamente pronto e sarà inviato a Palermo nei prossimi giorni. Le strade individuate sono diverse, naturalmente alcune più convenienti, altre meno: la prima ipotesi è di investire del problema l’Anci e sollecitare il Ministero e il Governo ad alzare il tetto dell’anticipazione. A tal proposito è stato già interpellato il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, presidente Anci Sicilia, che ha raccolto alcune richieste, considerato che sui fondi Pac anche Palermo sta attraversando le stesse difficoltà. Un’altra ipotetica soluzioni potrebbe essere quella di chiedere anticipazione delle risorse alla Regione per avere disponibilità di cassa, a prescindere dal tetto del 5%, ma visti i problemi economici della Regione non sarà facile. Terza possibilità sarebbe di chiedere autorizzazione ad usare il ribasso delle gare della legge 328 come anticipazione. In ultimo, ma solo se le altre opzioni verranno bocciate, si chiederà di lasciare liberi di poter avviare i servizi quei Comuni che non si trovino in pre-dissesto e sono in condizione di poter anticipare le somme senza dover dipendere da quel 5%. In questo modo però si rischia di snaturare la logica distrettuale che sta alla base della progettazione dei fondi Pac.

Questi giorni serviranno per approfondire il ragionamento e poi inviare tutto a Palermo.

Francesca Stornante