sanità

Settimana della tiroide, l’appello dei pediatri del Policlinico: “Usate sale iodato”

MESSINA – Nella settimana mondiale dedicata alla tiroide – che si celebra dal 20 al 25 maggio – gli specialisti dell’Uoc di Pediatria dell’Aou G. Martino di Messina, diretta dalla Prof.ssa Malgorzata Wasniewska, lanciano un appello per richiamare l’attenzione sull’importanza di utilizzare sale iodato  per prevenire le malattie della tiroide nei bambini.
All’interno dell’Uoc di Pediatria un gruppo di studio – composto dalla prof.ssa Wasniewska, il prof. Aversa, la prof.ssa Messina, la prof.ssa Valenzise, il dott. Corica, la dott.ssa Pepe e la dott.ssa Morabito – è in prima linea per la prevenzione ed il trattamento delle patologie tiroidee.

La prof.ssa Wasniewska, il prof. Aversa e il prof. Lombardo, supportati dalla dott.ssa Porri e dalla dott.ssa Papa, esperte in nutrizione, sottolineano l’importanza della corretta informazione circa problema relativo agli effetti della carenza di iodio sul bambino, promuovendo il corretto utilizzo del sale iodato come misura di iodoprofilassi.

La tiroide, attraverso la sintesi di due ormoni, tiroxina o T4 e triiodotironina o T3, regola numerosi processi metabolici e riveste un ruolo importantissimo nelle prime fasi della crescita e nello sviluppo di diversi organi, in particolare del cervello. Questi due ormoni contengono nella loro struttura chimica lo iodio, un oligoelemento essenziale la cui insufficiente assunzione alimentare può ripercuotersi in tutte le epoche della vita: per esempio, un’eventuale grave carenza di iodio durante lo sviluppo del feto e del neonato porta a danni irreversibili del cervello e del sistema nervoso centrale e, di conseguenza, ad un ritardo mentale permanente. Inoltre, carenze di iodio anche lievi portano comunque a deficit intellettivi minori. Pertanto, è estremamente importante che le donne in gravidanza e in allattamento e i bambini con meno di 3 anni assumano quantità sufficienti di questo elemento.

Le principali fonti alimentari di iodio sono le alghe, le uova, i prodotti lattiero-caseari, i cereali e anche alimenti appartenenti al mondo vegetale quali l’aglio, le bietole, le zucchine bianche e i fagioli. La quantità di iodio introdotta con la dieta però, non è sufficiente a soddisfare l’apporto giornaliero consigliato e la strategia adottata per non incorrere in carenze è rappresentata appunto dall’utilizzo di sale iodato, da non confondere con il sale marino o grezzo; quest’ultimo infatti, sebbene contenga un quantitativo di sodio leggermente superiore a quello comune, non garantisce l’adeguatezza dell’assunzione di iodio raccomandato.

Chiaramente l’eccesso di sale nella dieta può rappresentare un problema non indifferente, specialmente per il rischio ipertensivo e cardiovascolare anche in giovane età, come recentemente sottolineato dalla Società Italiana di Nutrizione Umana in collaborazione con il Gruppo Inter-societario “Meno Sale Più Salute”, il Programma Guadagnare Salute e la Siedp – Società Italiana Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica- attraverso la partecipazione alla campagna annuale (13-19 maggio) promossa dal Wassh (World Action On Salt, Sugar and Health) per promuovere la riduzione dell’assunzione di sale da cucina nell’alimentazione quotidiana.

Per tale ragione è sempre importante sensibilizzare la popolazione nel porre attenzione al consumo eccessivo di sale, senza tuttavia demonizzarne il consumo. Infatti la fortificazione del sale con iodio, 30 mcg/g di iodio per grammo di sale, permette di soddisfarne il fabbisogno senza dover eccedere con il consumo raccomandato di sale, ovvero non più di 5 g al giorno.

Il sale è uno dei generi alimentari presenti su tutte le tavole e la tecnologia alimentare di fortificazione con iodio segue metodiche semplici, ben standardizzate e poco costose: pertanto, il consumo di sale iodato, in accordo con le dosi raccomandate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, rappresenta una profilassi efficace e sicura per la prevenzione delle patologie tiroidee, sia in età adulta che in età evolutiva.