MESSINA – Una famiglia che fino a pochi anni fa godeva di una vita serena sul piano economico. Poi un lutto e una donna si è ritrovata vedova, con un figlio minore, e per una serie di circostanze ha perso il lavoro. Da qui l’impossibilità di pagare e oggi lo sfratto in via Pietro Castelli. Ore di tensione e la mediazione dell’Unione inquilini, degli operatori di Messina Social City e del parroco di Gravitelli, Giuseppe Francesco Maio, per ottenere un rinvio. Un rinvio alla fine strappato per soli quindici giorni.
La donna e il minore vivranno ora in albergo, con il sostegno di Messina Social City, in attesa di trasferirsi in un alloggio condominiale trovato dal prete di Gravitelli. Sottolinea Antonio Currò, segretario dell’Unione inquilini: “Qui il problema è strutturale. Non è un’emergenza. Attendiamo i dati a Messina del 2023, che saranno peggiori dell’anno precedente. Nel 2022 sono stati emessi a Messina 229 provvedimenti di sfratto, il 300 per cento in più di sfratti rispetto al 2021. Il 91% per morosità. Dopo il blocco nel periodo Covid, la situazione è di nuovo precipitata”.
Continua Currò: “Il Comune manca di una strategia nell’affrontare questo tsunami sociale: gli sfratti e gli sgomberi aumentano in un terreno nel quale si è carenti di politiche abitative. Tutto ciò va invece trattato alla stregua degli altri servizi per i cittadini, come elemento essenziale. Da tempo il sindaco ci deve dare risposte sugli abitanti di via Padova e su quelli delle cosiddette case fantasma a Zafferia. Non bastano gli interventi che ha fatto in alcuni casi. Servono un’azione costante e un progetto”.