Sabato scorso la visita della Polizia Municipale. L’occupazione della scuola Foscolo, però, continua pur se l’impressione è che, a breve, potrebbe esserci un’azione di sgombero in forze, come già accaduto in passato in altri luoghi.
A difesa degli occupanti si schierano i consiglieri comunali Luigi Sturniolo e Nina Lo Presti: “Si vogliono delegittimare le iniziative, che si svolgono in uno spazio in disuso e restituito dal Collettivo del Pinelli alla città – scrivono -, derubricandole a mero abusivismo e destituendole di qualsivoglia ragione. Un tempo a quelli che sono stati definiti come “i ragazzi del Pinelli” si diceva “indicate problemi reali ma avete pratiche illegittime”. Oggi, agli stessi, da una parte della classe politica e mediatica della nostra città, non viene dato alcun riconoscimento politico e culturale. Eppure proprio nel caso della ex Scuola Foscolo molteplici sono le attività rivolte al quartiere e il ruolo sussidiario che quell’esperienza sta assumendo è ormai sotto gli occhi di tutti. Così, la generosità viene scambiata per abusivismo e l’impegno sociale per atto illegale”.
I due consiglieri pongono una serie di domande: “Ma perché avviene questo? Cosa è accaduto che possa determinare questo mutamento nel giudizio? Perché prima ci voleva l’iniziativa di un magistrato per determinare uno sgombero in grande stile e oggi basta la catena di comando di un ufficio del Comune a determinare un continuo stato di tensione? Perché fino a ieri Beni Comuni e Pinelli camminavano insieme a Messina e oggi la ex Scuola Foscolo viene indicata come il posto dove si organizzano “banchetti” e feste?”.
E, di seguito, le risposte: “Probabilmente perché oggi sono mutati gli equilibri politici nella nostra città e, forse senza neanche accorgersene, “i ragazzi del Pinelli” sono alcune tra le “vittime”, forse sacrificali, di questo cambiamento. E’ sintomatico che nella città di quelli di prima in molti accorrevano al capezzale del Pinelli, mentre oggi si sente un silenzio assordante, soprattutto di chi compagno di strada lo è stato per tanto tempo. Avevamo pensato che sarebbe bastato un atto del Sindaco, l’apertura di un tavolo di discussione pubblica con gli occupanti, con la Circoscrizione, con le associazioni del quartiere sul futuro dello spazio, per ricondurre la vicenda da una questione di ordine pubblico ad una questione politica. Ingenuamente, non avevamo capito quanto e a quanti servisse oggi la cancellazione dell’esperienza del Pinelli. Tuttavia, le pratiche sociali non appaiono e scompaiono a piacimento del Potere. Si radicano nelle biografie delle persone e appartengono alle tradizioni dei popoli. Così, non sarà tanto semplice espungere l’autogestione (quella che veniva evocata in una delega assessoriale dell’amministrazione Accorinti) dalla storia di questa città. Facciamo, quindi, appello ai sinceri democratici affinché difendano l’esperienza del Pinelli e le diano forza. Noi ci saremo”.