cronaca

Si lancia dal balcone a Messina. Fu vero suicidio?

Messina – Si indaga a tutto campo sulla morte del 75enne precipitato dal balcone in un complesso dell’Annunziata, lo scorso 26 giugno. La Procura di Messina e la Polizia vogliono vederci chiaro su tutti i retroscena della disgrazia e non hanno bollato semplicisticamente il fascicolo come “suicidio volontario”, mandandolo in soffitta, ma hanno deciso una serie di accertamenti.

Ipotesi di omicidio colposo

L’ipotesi di reato è di omicidio colposo, ma tra le ipotesi al vaglio c’è anche quella dell’istigazione al suicidio. Sono così stati spiccati tre avvisi di garanzia, per le due figlie e la compagna, e sono stati ordinati l’autopsia, effettuata oggi dalla dottoressa Daniela Sapienza, e gli esami tossicologici.

Medicine e cure sotto la lente

La svolta nell’inchiesta, nelle mani del sostituto procuratore Giuseppe Adornato, è arrivata dopo i sequestri effettuati dagli agenti lo stesso giorno del suicidio e il giorno successivo. In casa dell’uomo infatti, morto sul colpo dopo il volo dal quarto piano dell’edificio di via Bosurgi, i poliziotti hanno trovato un lungo campionario di farmaci. Dalla prima ricostruzione è emerso che il 75enne era sotto cura per problemi piscologici. L’analisi delle attrezzature informatiche, anche queste sequestrate, ha poi convinto gli investigatori ad esaminare il ruolo delle persone che si prendevano cura di lui, per capire se è stato curato a dovere.

Tre indagate

Gli avvisi di garanzia sono stati notificati come atto dovuto, per permettere alle indagate di farsi assistere con tutte le garanzie di legge in tutte le fasi delle indagini, a cominciare dall’autopsia, appunto. Le tre donne si sono affidate agli avvocati Giovanni Caroè e Giuseppe Irrera e al medico legale Nino Bondì come consulente tecnico.