Mentre la Conferenza Stato-Regioni da il via libera al riconoscimento per tutta la Sicilia delle “condizioni di forza maggiore e circostanze eccezionali”, il comparto turismo teme gli effetti dell’allarme siccità. Il dato delle presenze nell’isola al momento regge: ad agosto è previsto l’arrivo di 18 milioni di stranieri.
Ma gli operatori sono preoccupati per le ripercussioni dell’eco mediatico della siccità e le prime disdette. Da alcuni giorni infatti i problemi di approvvigionamento di acqua nelle case dei siciliani sono finiti sulle colonne dei giornali stranieri, anche sui più importanti quotidiani esteri. Ma Federalberghi rassicura: “Nelle strutture ricettive l’acqua non manca”.
Tanti siciliani però cominciano a soffrire e agricoltura e allevamento sono seriamente sotto attacco. Per il comparto agricolo e zootecnico, si stima una perdita della produzione nel 2024 che va da un minimo del 50% a un massimo del 75%. Dopo il provvedimento della Conferenza Stato-Regioni, arrivato in seguito della richiesta della Sicilia dello scorso 17 giugno, si attende ora la firma del decreto da parte del ministro della Sovranità agricola, alimentare e forestale per mettere in campo le azioni di contrasto all’emergenza acqua.
Il riconoscimento della condizione di forza maggiore e di circostanze eccezionali, dal primo luglio 2023 a maggio 2024, consentirà alle imprese agricole e zootecniche che operano su tutto il territorio siciliano di usufruire di deroghe in alcuni ambiti della politica agricola comune, che permetterebbero di non applicare determinati vincoli a pascoli e terreni, continuare a godere di aiuti, rinviare pagamenti, sanzioni e oneri.