Nei soli due giorni del ponte del 2 giugno tra musei, siti archeologici e culturali e parchi si sono registrate 10 mila presenze. E si tratta di turismo tutto siciliano dal momento che solo dal 3 l’isola è stata riaperta alla mobilità con le altre regioni. Fino al 7 giugno inoltre l’ingresso è gratuito. L’unico museo a restare chiuso è il MU.ME, come rileva in una nota il deputato regionale Franco De Domenico.
“Se il biglietto da visita del neo assessore Samonà alla città di Messina è la mancata riapertura del MU.ME (Museo Interdisciplinare Regionale di Messina)- scrive De Domenico- allora i dubbi sulla persona e sul partito che la esprime trovano ampia conferma. Ci appare, infatti, inaccettabile, che a fronte della tanto strombazzata riapertura, da sabato 30 maggio, dei Musei regionali, il MU.ME sia tra i pochi siti a lasciare i cancelli sbarrati al pubblico. Tutto ciò avviene senza alcuna spiegazione da parte del Presidente Musumeci e del suo assessore Samonà che tacciono pure su quella che potrà essere l’eventuale data di riapertura al pubblico”
De Domenico evidenzia come il danno sia più grave proprio alla luce del flusso di visitatori che si è riscontrato nei primi giorni e dei quali Messina non ha potuto beneficiare.
“Dalle informazioni che ho acquisito-prosegue l’esponente dem- è emerso che la mancata apertura dipende dalla oggettiva impossibilità di adeguare il museo messinese alle 60 prescrizioni emanate dal dipartimento regionale (a fronte di solo 12 prescrizioni del Ministero dei beni culturali per i musei del resto del Paese) e dalla circostanza che, a fronte di precise richieste allo stesso dipartimento, ad oggi il museo non è stato dotato di alcuna fornitura di beni e di servizi propedeutici all’apertura”
De Domenico ha presentato un’interrogazione urgente all’assessore Samonà per conoscere le ragioni della sperequazione a danno della città di Messina, nonché per sapere se l’Assessorato ai Beni Culturali abbia garantito al Mu.Me la disponibilità di risorse economiche sufficienti ad adempiere efficacemente a tutte le prescrizioni sanitarie e di sicurezza dallo stesso emanate.
“Ci piacerebbe sapere –conclude De Domenico– se negli altri Musei della Sicilia, tempestivamente aperti al pubblico, siano state poste in essere tutte le prescrizioni emanate dal dipartimento e se gli stessi siano stati dotati dei beni e dei servizi necessari ad adempiere alle suddette prescrizioni, ovvero se hanno aperto al pubblico senza rispettare i protocolli di sicurezza”