Coronavirus

Sicilia zona gialla. Il sindaco De Luca: “Colpa dei mancati controlli della Regione”

“Il passaggio della Sicilia in zona gialla si sarebbe potuto evitare se il Governo regionale avesse mantenuto alta la guardia in merito ai controlli anti-Covid, con riferimento all’obbligo di tampone per le persone che sono entrati in Sicilia da luglio ad oggi. L’avere sospeso tale controllo, in concomitanza con l’abolizione dell’uso delle mascherine all’aperto, ha veicolato un messaggio di cessato allarme proprio nel momento in cui, invece, sarebbe stato fondamentale mantenere i controlli”.

Lo dice il sindaco di Messina, Cateno De Luca, che prosegue: “Il grande flusso di turisti che è stato registrato in Sicilia in questi due mesi da un lato ha consentito alle attività turistiche ed a tutto l’indotto di potere ripartire dopo una lunga stagione di chiusure e di crisi, ma dall’altro, l’avere eliminato l’obbligo di esecuzione del tampone all’arrivo in Sicilia, ha impedito l’efficace e tempestiva esecuzione delle attività di tracciamento e di monitoraggio del contagio, per cui il governo regionale, ancora una volta, si è limitato a stare a guardare mentre i sindaci si sono trovati, da soli, a fronteggiare situazioni di contagi improvvisi e diffusi a macchia d’olio, senza una strategia regionale di contenimento del contagio. In questo quadro di grande allarme, in cui la Sicilia è l’unica Regione a passare in zona gialla a causa del peggior indice di vaccinazione (ultima Regione d’Italia) e del superamento della soglia critica nel rapporto tra soggetti positivi e posti letto, assistiamo ancora una volta alla inadeguatezza del governo regionale che, per la seconda estate di fila, piuttosto che implementare i posti letto in modo da farsi trovare pronti per quella che ormai è attesa come la quarta fase del contagio, adotta invece i ‘pannicelli caldi’ delle circolari per le dimissioni anticipate dei pazienti contagiati, proseguendo a perpetuare – ha concluso De Luca – una cinica gestione del sistema sanitario regionale che continua ad essere impreparato e sottodimensionato di fronte a quella che non è più una emergenza, ma una crisi strutturale del sistema”.