Le novità normative ci sono, così come gli incentivi. Operare sul fronte della sicurezza e del risparmio per i rischi sismici è possibile, a mancare è semmai un’informazione capillare.
E’ con questi obiettivi che Confedilizia e Coram, in occasione della Festa del condominio, hanno organizzato il dibattito che si è tenuto alla Feltrinelli sul tema: “Rischio sismico: sicurezza e risparmio”.
“La normativa c’è e si potrebbero fare dibattiti per ogni singolo aspetto innovativo- ha dichiarato Sebastiano Maio, presidente Confedilizia Messina ad apertura dei lavori- Ma servono soprattutto azioni efficaci: favorire gli incentivi fiscali, favorire gli interventi delle amministrazioni sui rischi dei complessi immobiliari e agire in sinergia con i privati e con i condomini. Infine è indispensabile selezionare nei territori gli edifici a rischio, creare una mappatura”.
Il dato allarmante, secondo quanto spiegato da Giorgio Muscolino, presidente Coram Messina è rappresentato dal fatto che un terzo degli immobili in Italia deve essere adeguato alla normativa, dal momento che è stato costruito prima degli anni ’70: “Di rischi si parla solo il giorno dopo le catastrofi. E’ una storia che si ripete, è fin troppo facile dire dopo una calamità: dobbiamo intervenire con piani di prevenzione. Manca la cultura della prevenzione. Se inoltre è vero che è compito del privato intervenire per quanto attiene il suo immobile, è altrettanto vero che se il contesto urbanistico non si muove all’unisono è un problema. Si deve operare in sinergia”.
E’ stato lo storico Franz Riccobono a ripercorrere le tappe di un rapporto tra Messina e il rischio sismico le cui tracce sono già in alcuni miti, come quello di Colapesce o di Nettuno dio dei terremoti. L’esperto messinese ha raccontato in che modo, negli intervalli tra i numerosi terremoti che hanno devastato la città, di volta in volta sia intervenuta la normativa edilizia. Purtroppo però l’abitudine alle sopraelevazioni ed all’abusivismo ha creato i presupposti per quei danni e quei morti che si potevano evitare semplicemente rispettando la legge. Con l’ausilio delle foto storiche Riccobono ha infatti evidenziato quali sono stati gli errori dell’uomo: “Non abbiamo memoria e non abbiamo imparato dagli errori del passato. I presupposti della maggior parte dei danni del terremoto del 1908 furono messi dopo il sisma del 1894. Le costruzioni che sopravvissero al sisma del 1908 e persino alle guerre mondiali successive, furono quelle che erano state rinforzate adeguatamente. La mancanza di memoria è nefasta. Fu Carlo di Borbone nel 1783 a dettare la più importante normativa per la ricostruzione con interventi pubblici. Nominò una commissione per studiare sistemi antisismici. In quegli anni furono realizzati alcuni esperimenti di case antisismiche. Alcune furono costruite a Reggio e quelle case restarono intatte. A Messina dopo il terremoto del 1783 i borboni oltre alle ricostruzioni portarono avanti incentivi per chi voleva investire in città e le nuove case furono esenti da tasse. Poi però furono realizzate sopraelevazioni, si dimenticarono i danni… e il 1908 fu un disastro”.
Se il passato non ha insegnato niente è stato l’ingegnere strutturista Francesco Triolo, in rappresentanza dell’Ordine degli ingegneri, a fare un quadro dell’attuale contesto urbanistico, profondamente mutato sotto il profilo normativo dalla legge del 2008, successiva al terremoto che ha distrutto L’Aquila.
“Si è lavorato molto sui criteri di resistenza e sui principi di tensoflessione. Non basta il vecchio sistema che univa il cemento armato alle staffe. Oggi si opera studiando gli indici di vulnerabilità degli edifici con l’obiettivo di far raggiungere a quelli costruiti nei decenni passati il 65%. Si deve agire in termini di miglioramento antisismico per dare tempi adeguati di evacuazione a chi vi abita”.
Fondamentale è stato l’intervento del Revisore dei conti del Comune di Messina Federico Basile, che, tabelle alla mano, ha illustrato nei dettagli quanto previsto dal bonus sisma e sul fronte incentivi. “Il governo ha varato con la Legge di stabilità un sistema di detrazioni fiscali attraverso il sisma bonus che consente di poter detrarre, per interventi agli edifici, da un minimo del 50% fino ad un massimo dell’85% dei costi sostenuti. L’importo massimo sul quale calcolare la detrazione è di 96 mila euro e la suddivisione non sarà più in 10 anni ma in 5 anni”.
Il governo quindi attraverso il sisma bonus e gli incentivi ha aperto una finestra di grande opportunità per garantire sicurezza e prevenzione. L’ultimo passaggio riguarda un fronte che in Italia è innovativo ma nel resto del mondo è adottato da tempo: le assicurazioni sul rischio sismico.
Ad illustrarle è stato Gabriele Siracusano, agente UnipolSai: “In Italia non esiste cultura assicurativa e soprattutto ci sono dubbi, infondati, sui costi delle polizze che si presuppongo alti e invece non lo sono. Nel Paese oltre 24 milioni di persone vivono in zone ad alto rischio sismico, ma in caso di calamità i costi sono solo a carico dello Stato che però nell’intervenire fa trascorrere troppi anni. I governi preferiscono operare in emergenza. Il sistema assicurativo non solo agisce subito, ma i costi vengono spalmati nell’intero condominio ed a prezzi bassi. Faccio un esempio: un condominio che ha un valore stimato in 1 milione di euro potrà avere una copertura del 100% con una polizza di 660 euro complessivo. Per un singolo la cifra annuale può variare dai 40 ai 60 euro”.