Il sindaco rivoluzionario, anarchico, no-pontista, pacifista, professore, buddista: gli appellativi utilizzati per definire Renato Accorinti sono molteplici ed ognuno di loro è troppo riduttivo per descrivere le sfaccettature della personalità complessa ed affascinate del primo cittadino venuto dalla strada, dove ha combattuto tutte le sue battaglie. Trascorse poche ore dal suo insediamento, Accorinti ha già dato prova che sarà un sindaco fuori dagli schemi e dal rigido protocollo istituzionale, ma sarà dentro, con tutti e due i piedi – seppur scalzi – ai problemi di Messina e dei Messinesi. Dietro quell’aria e quella storia di sognatore concreto , c’è infatti un uomo che sa cosa significa lottare per raggiungere traguardi apparentemente impossibili ed ai suoi concittadini non chiede di sperare nel cambiamento ma di partecipare al cambiamento.
Tuttavia, per cambiare Messina, il sindaco Renato dovrà necessariamente collaborare con l’ organo istituzionale rappresentativo e democratico per eccellenza: il Consiglio comunale, che ha compititi di indirizzo e controllo ed è chiamato a votare le delibere proposte dalla giunta . Dei 40 consiglieri comunali eletti lo scorso 9 e 10 giugno solo quattro appartengono alla lista “Cambiamo Messina dal basso” , i restanti 36 appartengono al centro-sinistra (ben 29!) ed al centro destra (7) . Sulla carta, si tratta di una battaglia impari tra il movimento che sostiene il sindaco e l' opposizione, a vantaggio di quest’ultima, che ha dalla sua parte numeri schiaccianti.
In virtù di tale situazione di forte squilibrio, immediatamente dopo la sorprendente vittoria di Renato Accorinti, molti si sono interrogati sulla reale possibilità del nuovo sindaco di amministrare con un Civico Consesso in larghissima parte di colore opposto. Il dubbio è legittimo, ma per sgomberare il campo da preoccupazioni premature va detto che le dinamiche dell’Aula potrebbero stravolgere completamente gli schemi iniziali. Anche alla luce del risultato elettorale (Calabrò è stato sconfitto nonostante le 8 liste a supporto ) è del tutto evidente che il simbolo del partito o della lista d’appartenenza potrebbe risultare ininfluente nell’attività d’aula di ciascun consigliere comunale : qualcuno certamente salterà sul carro del vincitore, qualcuno farà blanda opposizione, qualche altro serio ostruzionismo, ma a nessuno dei trentasei consiglieri d’opposizione passerà mai per la testa di fare squadra per sfiduciare con un atto formale (che deve essere motivato e sottoscritto da almeno 2/5 dell'Aula) il sindaco. E non tanto perché di mezzo c’è il bene della città, che andrebbe incontro all’ennesimo commissariamento, ma soprattutto perché se ne andrebbero tutti a casa, perdendo quella poltrona faticosamente conquistata a suon di voti e strategie di partito.
Da questo punto di vista, dunque, il neo sindaco non deve temere trabocchetti. Il problema vero con cui Accorinti dovrà scontrarsi sarà, piuttosto, l’assenteismo dei consiglieri comunali, caratteristica dominante della scorsa consiliatura, che ha spesso paralizzato i lavori e bloccato per mesi provvedimenti importanti .
Se il nuovo Consiglio comunale riuscirà ad invertire la rotta, si potrà gridare al miracolo, Più che per l’elezione di Accorinti. (Danila La Torre)