Sono disponibili sino a giovedì 7, al Gran Camposanto 83 celle, un’area per tumulo, 3 tumuli e 120 loculi; nel cimitero di Mili San Marco 2 celle; a Pezzolo 1 cella e 2 aree per cellari di famiglia; a San Filippo 2 tumuli e 4 celle; a Cumia 1 cella; a Santo Stefano Briga 32 celle singole di punta e 1 cella a muro; a Santa Margherita 12 tumuli e 5 celle; a Larderia 15 tumuli; a Giampilieri 1 cella e 54 tumuli; a San Paolo Briga 6 tumuli; a Pace 131 tumuli e 3 celle; a Torre Faro 2 lotti di terreno per cappelle di famiglia, 14 celle e 1 tumulo; a Salice 77 celle e 192 cellette ossarie; a Castanea 3 celle, 1 lotto di terreno per cappella di famiglia e 118 tumuli; a Gesso 60 tumuli; a Massa Santa Lucia 2 aree per edicole di famiglia e 48 celle; a Faro Superiore 4 tumuli.
Gli interessati, già in possesso del certificato di riconvocazione (modello Jolly o attestati di tumulazione provvisoria), possono presentarsi agli uffici del Dipartimento Cimiteri, in via Catania, 118 non oltre giovedì 7 marzo, e potranno visionare la graduatoria (stilata sulla base delle adesioni, e tenendo conto della data riportata sul modellino riepilogativo al momento dell’opzione della cella) martedì 12 marzo. Le assegnazioni avverranno a decorrere da giovedì 14 marzo. A seguire sarà affisso il calendario delle convocazioni per le salme giacenti in deposito relative ai mesi di novembre, dicembre e gennaio per la concessione delle sepolture. Il personale della Polizia Mortuaria si farà carico di notificare agli interessati, tramite raccomandata A/R, le convocazioni al front-office degli uffici di via Catania.
Ma secondo il consigliere della III circoscrizione, Libero Gioveni, si vendono per “nuovi” i tumuli centenari ma le salme trovano invece riparo in degli squallidi posti umidi e persino con le radici. “E’ il caso di una famiglia – denuncia Gioveni – che ha atteso parecchi mesi per far seppellire dignitosamente un loro giovane congiunto scomparso, fino a quando il Dipartimento ha prospettato ai parenti la soluzione dei loculi ultracentenari che ha recuperato nell’area adiacente l’edificio “Cinquemila” per poter svuotare il deposito strapieno di salme. Non essendoci alternative gli interpellati hanno dovuto accettare questa soluzione. Il loculo (che è stato fatto pagare alla famiglia ad un prezzo che si avvicina certamente a quelli pagati per i nuovi) si presentava in condizioni di assoluto degrado: umido fino all’inverosimile con copiose infiltrazioni d’acqua e con la presenza all’interno persino di radici di alberi ubicati nella parte di terreno soprastante”.
“La famiglia – afferma ancora Gioveni – che aveva persino provveduto a spesse proprie a togliere e sistemare i resti del defunto centenario, non ha potuto fare altro che presentare formale denuncia ai Carabinieri, soprattutto dopo il rifiuto del Dipartimento di non voler trovare soluzioni alternative”.
Il consigliere Gioveni fa appello al commissario Luigi Croce “affinché vigili scrupolosamente sulla gestione complessiva del cimitero monumentale”, non escludendo di investire direttamente la Procura della Repubblica per accertare eventuali inadempienze da parte di chi era tenuto a garantire dei servizi cimiteriali dignitosi “pagati tra l’altro profumatamente dai cittadini interessati”.