MESSINA – Si chiude con la condanna il processo di primo grado celebrato col rito abbreviato sul così detto “Sistema Sanità” che vede al centro l’operato dell’ex onorevole regionale Antonio Catalfamo nella gestione di alcune vicende relative all’ospedale Papardo di Messina. Per lui la condanna decisa dal Giudice per le indagini preliminari Ornella Pastore è alla pena di 5 anni e 4 mesi. Cinque anni e 8 mesi è invece la pena decisa per la dirigente medico Francesca Paratore. Riconosciuto il risarcimento alla parte civile, un giornalista escluso da una selezione passata al vaglio dagli inquirenti, assistito dall’avvocato Nino Cacia.
Il sostituto procuratore Marco Accolla, titolare del caso, che contestava loro il concorso in corruzione e il tentativo di corruzione, aveva chiesto la condanna a 6 anni per la dirigente ed a 7 anni per l’esponente politico di Barcellona. La giudice, dopo aver ascoltato anche i difensori, gli avvocati Giuseppe Lo Presti e Tommaso Calderone, ha deciso invece per una condanna inferiore. Con le motivazioni in mano, i legali valuteranno ora l’eventuale ricorso in appello. Ci sono ancora altri due gradi di giudizio durante i quali i due potranno difendersi e le effettive responsabilità della vicenda potranno essere chiarite. E’ ancora da definire in primo grado, invece, il processo che vede altri due coimputati alla sbarra, il giornalista Santi Cautela e l’assessora del comune di Barcellona Angelita Pino. Altri due indagati avevano patteggiato in precedenza. Si tratta del dottor Daniele Caruso di un paziente, Giuseppe Arena, coinvolti per un tampone covid in realtà mai effettuato, secondo l’Accusa.
A costare il processo all’onorevole regionale Catalfamo sono state le intercettazioni della Guardia di Finanza. Le conversazioni hanno svelato il suo stretto rapporto con la Paratore, allora dirigente al Papardo appunto. Le loro conversazioni, secondo l’Accusa, riguardavano tentativi di condizionare nomine e incarichi all’ospedale. Catalfamo si sarebbe adoperato per ottenere un incarico mentre ad altri proponeva accordi politici in cambio di incarichi presso la struttura pubblica.