Tre campani innamorati della Sicilia. Sono alla guida delle tre Autorità Portuali siciliane, che però, secondo la riforma già in atto, dovrebbero essere due, visto che Messina si ritroverebbe insieme ai porti calabresi. Resta il condizionale perché la prevista Autorità di sistema portuale con sede a Gioia Tauro è l’unica a non essere ancora stata istituita. La causa è il veto della Regione Sicilia, dopo le proteste lanciate dal territorio messinese su un’unione da sempre avversata.
Il vecchio governo targato Pd ha lasciato la questione in stand by, passando la patata bollente al nuovo, ancora più incerto che mai. L’Autorità Portuale di Messina resta quindi autonoma, ma commissariata, con a capo l’ex presidente Antonino De Simone, ormai dai sei anni al vertice. Una situazione di stallo che potrebbe proseguire per qualche tempo. “Noi continuiamo a lavorare come sempre – dice De Simone -, il problema è più per i calabresi, che avrebbero bisogno al più presto di una nuova governance per risolvere le loro tante criticità. Anche il coordinatore europeo del corridoio Scandinavo-Mediterraneo, Pat Cox, di recente in Sicilia, ha riconosciuto che Messina ha molte frecce al suo arco, spero che la Regione tuteli la nostra Autorità Portuale”.
Il lavoro di sempre contempla anche l’accordo siglato oggi con l’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Occidentale, che ha sede a Palermo e riunisce anche i porti di Termini Imerese, Trapani e Porto Empedocle, e con quella della Sicilia Orientale, che ha sede ad Augusta e comprende anche Catania. Un’associazione dei porti siciliani, che avrà sede a Palermo in quanto capoluogo regionale, per presentarsi uniti sul mercato. Il prossimo passo è la stesura dello statuto, entro maggio.
Un ulteriore elemento a supporto dell’opposizione all’unione con Gioia Tauro e, al contrario, dell’avvicinamento agli altri porti siciliani. “E’ un problema politico” – afferma De Simone, in coro coi colleghi presidenti di Palermo, Pasquale Monti, e Augusta, Andrea Annunziata, ma tutt’e tre lasciano intendere che, se fosse per loro, la riforma andrebbe rivista. “Non so se si debba dare l’autonomia a Messina o se si debba pensare ad un’altra soluzione – dice Annunziata -. So di certo che Messina è strategica alla pari delle altre due Authority”. E Monti rincara la dose: “Non è un caso se firmiamo l’intesa a Messina. Siamo convinti che le Autorità portuali siciliane siano tre e che sia necessario fare sistema e avere un’interfaccia unica col mercato, sinonimo di affidabilità”.
Gli obiettivi principali del protocollo d’intesa sono racchiusi nei punti 3 e 4 dell’articolo 1. Gli aderenti si impegnano “a promuovere la valorizzazione della portualità siciliana e del cluster marittimo nelle sedi nazionali, europee ed internazionali in coerenza con gli indirizzi contenuti nel Piano strategico nazionale della logistica; a promuovere l’evoluzione delle infrastrutture siciliane e l’attuazione e la gestione di iniziative delle reti trasportistiche, dei nodi infrastrutturali e delle piattaforme intermodali e per la logistica”.
La firma del protocollo, che corrisponde all’avvio di una più proficua e costante collaborazione tra i tre porti, ha lo scopo di agevolare lo scambio di buone prassi e la tutela dell’interesse specifico della portualità siciliana. La necessità di stare insieme e di lavorare sinergicamente con una strategia comune finalizzata allo sviluppo dei traffici marittimi, insieme alla valorizzazione delle Zes e allo sfruttamento delle opportunità offerte dall'Unione Europea, per un dovuto riconoscimento a livello nazionale del ruolo rivestito dalle realtà siciliane.
“L’esperienza ci insegna che fare sistema è meglio che presentarsi sul mercato da soli – conclude Annunziata, che sarà il presidente della nuova associazione -. In passato il canale di Panama ci aveva messo in crisi, invece col raddoppio del canale di Suez i traffici sono aumentati. La Sicilia ha il dovere di creare una piattaforma per chi naviga i nostri mari. Le Zone economiche speciali sono un volano incredibile per creare industria logistica e portualità moderna, da New York ci chiedono quando saremo pronti in tal senso, spero che anche Messina possa rientrarci al più presto”.