MESSINA – La conferma della condanna per Denis Verdini. E’ questa la richiesta della Procura generale di Messina per l’ex senatore di Forza Italia, imputato nel processo sul così detto “Sistema Siracusa”. Insieme a Verdini, l’Accusa ha sollecitato la conferma della sentenza di condanna emessa in primo grado per praticamente tutti gli imputati, ad eccezione del via libera ad un patteggiamento e una assoluzione.
La Corte d’Appello tornerà in aula il 25 novembre per sentire i difensori e decidere. Il verdetto è previsto entro la fine dell’anno, se il calendario degli interventi verrà rispettato.
Oggi il procuratore generale Felice Lima ha discusso a lungo nell’aula al primo piano di Palazzo Piacentini, andando avanti fino alle 15 passate, ribadendo alla Corte (Antonino Giacobello) che il quadro accusatorio tracciato dagli investigatori messinesi e confermato dalla sentenza di primo grado è corretto e va confermato, ad eccezione dell’accoglimento di una richiesta di patteggiamento accolta. La requisitoria era stata aperta dal PG Carmine De Rose lo scorso marzo. La parola è poi passata agli avvocati Franco e Nunzio Rosso che rappresentano l’Ordine degli avvocati di Siracusa e ai rappresentati delle altre parti civili. Sollevate dalle difese alcune questioni procedurali, su cui la Corte deciderà in sentenza.
Ecco di seguito quanto rischiano gli imputati, ovvero la sentenza del 2022 che potrebbe essere confermata. Le pene stabilite dal Tribunale sono riportate tra parentesi.
Al banco ci sono, oltre all’ex senatore Verdini, l’avvocato Fabrizio Centofanti, che in primo grado è stato condannato a 6 anni e per il quale è invece stata chiesta l’assoluzione “per non aver commesso il fatto”, l’ex giudice del Consiglio di Giustizia Amministrativa Giuseppe Mineo e Vincenzo Naso (6 anni e 2 mesi), Gianluca De Micheli (6 anni e 3 mesi), il giornalista Giuseppe Guastella ( un anno e mezzo), Salvatore Pace (6 anni e 5 mesi), Mauro Verace (6 anni e 9 mesi).
Infine, il PG ha detto sì alla richiesta di patteggiamento a 4 anni e mezzo di Alessandro Ferraro, assistito dall’avvocato Alessandro Billè, condannato a 7 anni in primo grado. Erano stati assolti Riccardo Sciuto e Sebastiano Miano, reato prescritto infine per l’ex deputato all’Ars e notaio Giambattista Coltraro.
Il caso è quello che vede al centro gli avvocati di Siracusa Piero Amara e Giuseppe Calafiore, accusati di tenere in piedi una serie di rapporti di vario genere, in particolare corruttivi, anche con pezzi della magistratura e delle istituzioni, per favorire i clienti più grossi.
Gli arresti della Guardia di Finanza di Messina e Roma scattarono nel 2018 con le accuse, a vario titolo, di associazione a delinquere, corruzione in atti giudiziari, falso ideologico del pubblico ufficiale, concussione, calunnia, truffa, rivelazione di segreti d’ufficio, consulenza, falsa attestazione al pubblico ufficiale, minacce a pubblico ufficiale e simulazione di reato. In sostanza secondo gli investigatori i due legali di Siracusa erano stati in grado di pilotare alcune indagini, a Siracusa, per i grossi clienti.