Hanno improvvisato un sit-in davanti la Prefettura nella speranza di ricevere ascolto. Come per i giorni trascorsi in presidio davanti Palazzo dei Leoni, hanno provato ancora una volta a chiedere l’attenzione delle Istituzioni, considerato che la politica fino ad oggi ha quasi sempre fatto finta di non vederli. Gli ex Aicon questa mattina sono tornati e in protesta e continueranno anche nei prossimi giorni perché, come più volte hanno ripetuto in questi ultimi mesi, non hanno più nulla da perdere e lotteranno fino alla fine per provare a riavere la prospettiva di un futuro migliore. Licenziati lo scorso 30 gennaio hanno sperato in un progetto di rilancio, in un percorso che in qualche modo potesse farli tornare a lavorare. Tante parole ma di fatti concreti neanche l’ombra. Adesso si aggiunge un’altra vicenda che suona tanto di beffa. Sono trascorsi 120 giorni dal loro licenziamento e oggi scadono i termini per la presentazione del decreto per la messa in mobilità che la Regione deve firmare. Un passaggio obbligato, dovuto, la procedura è questa. Ma alla Regione, in 120 giorni, non si è riusciti a trovare il tempo per mettere questa firma e adesso 324 lavoratori rischiano di subire la sospensione dei pagamenti, nonostante l’intervento del Prefetto e le ripetute rassicurazioni ricevute da settimane dalla Regione. La denuncia arriva dal segretario Usb Enzo Capomolla.
“Francamente siamo sbigottiti, si è riusciti a far diventare un ulteriore incubo quello che doveva essere un passaggio dovuto, formale ed indolore. Non capiamo se siamo di fronte ad un disegno sociale e politico folle, o ad un pressapochismo intollerabile” ammonisce il sindacalista. Allarme e rabbia naturalmente tra i lavoratori, già provati da 2 anni di cassa integrazione e rimasti in questi ultimi mesi appesi sempre alla speranza di un interessamento, soprattutto del Presidente Crocetta, affinché 324 lavoratori potessero riavere un’occupazione.
“Abbiamo inviato una nuova comunicazione urgente al Prefetto, chiedendo un intervento risolutivo. Ed ancora ci chiediamo se il Presidente Crocetta prima o poi, finito il giro delle telecamere e delle interviste, troverà tempo anche per altro”, continua il dirigente USB.
“E’ vergognoso, dopo 120 giorni, essere davanti al rischio di interrompere i pagamenti dovuti e far restare all’asciutto centinaia di lavoratori e famiglie. E’ chiaro che non staremo con le mani in mano”.
(Francesca Stornante)