Quindici richieste di rinvio a giudizio sono state avanzate dal sostituto procuratore Diego Capece Minutolo nell’inchiesta su alcune presunte irregolarità nello smaltimento dei rifiuti nei Cantieri Palumbo di San Raineri. Un’inchiesta avviata due anni fa e per la quale il 15 aprile scorso Guardia di Finanza e Corpo Forestale arrestano sette persone in varie città italiane.
La richiesta di rinvio a giudizio riguarda gli imprenditori Antonio Palumbo ed il figlio Raffaele, Diego De Domenico, Mario Fierro , Giuseppe Costa, Rosario Santi e Letteria Scopelliti, Walter Radin, Raffaele Donnarumma, Salvatore Croce. Stesso provvedimento per quattro società: la Palumbo spa, La Futura sud srl, Petrol Lavori srl e Stabia Yachting&Coating. Pesanti le accuse contestate a vario dalla Procura agli indagati: associazione finalizzata al traffico illecito organizzato di rifiuti speciali, anche pericolosi mediante trasporti e sversamenti in siti sconosciuti o discariche non autorizzate, soppressione distruzione o occultamento di atti veri. Di queste ipotesi di reato gli indagati dovranno rispondere il 10 luglio prossimo nell’udienza preliminare che si terrà davanti al gup Marino. Le quattro ditte devono rispondere di illeciti amministrativi. Tutto iniziò nel 2011 con un controllo eseguito dagli uomini del Corpo Forestale in un appezzamento di terreno a Mili San Marco. Furono trovati abbandonati materiale che presentava le caratteristiche degli scarti di lavorazione presso i bacini dei cantieri navali che insistono a San Raineri. Le indagini e le analisi di laboratorio indirizzarono gli investigatori verso i cantieri Palumbo soprattutto a causa della presenza fra i rifiuti del materiale prodotto dai lavori di sverniciatura, la cosiddetta sabbiatura delle carene delle navi. Nell’aprile scorso finirono ai domiciliari Antonio e Raffaele Palumbo ed altre cinque persone.