La verità di un padre stanco e amareggiato
In anteprima riceviamo e pubblichiamo di seguito integralmente un comunicato del Presidente del Centro polifunzionale per la famiglia “Vittoria Quarenghi”, signora Irene Visigoti, e dell’avvocato Venera Scrima, legale del signor M’Hammed El Mahroug:
«Su incarico e nell’interesse del signor El Mharough M’Hamed, che con noi contestualmente sottoscrive ad ogni effetto di legge, affinchè si ponga fine alla lunga e insostenibile serie di menzogne che sono state riportate, a vario titolo, dai mass-media sul conto del signor El Mahroug, in qualità di padre di Karima El Mahroug, detta Ruby. Il signor El Mahroug non ha mai cacciato di casa la figlia quando era minorenne, ma da quando la stessa, ancora quattordicenne fuggì di casa, iniziò a cercarla, assieme alla madre, nel tentativo di sottrarla alle disavventure che inevitabilmente la ragazza ha dovuto affrontare, Karima anche quando andava a scuola fuggiva e quindi non era al sicuro neanche a scuola.
Per cercare la figlia, i signori El Mahroug si sono rivolti al Tribunale per i Minorenni di Messina, (dove esiste un regolare carteggio), dove la figlia si è presentata circa 4 anni fa, raccontando le sue versioni e rifiutandosi di rientrare a casa, chiedendo di essere alloggiata in una comunità. I genitori hanno consentito, purchè fosse protetta e non andasse girovagando, data la giovane età, ma la ragazza è fuggita anche dalla comunità e non per presunti maltrattamenti, ma perché quella era la sua idea. Il signor El Mahroug non ha mai lanciato l’acqua bollente sulla figlia. La cicatrice risale ad un incidente in cui la piccola aveva un anno e si trovava in Marocco, mentre il padre era in Italia. L’età di una cicatrice si può periziare facilmente.
Il signor El Mahroug, nonostante il suo stato di bisogno ha cercato di mantenere onestamente la propria famiglia con grande sacrificio, e per essere aiutato ad accogliere e sostentare l’ultimo nato, 4 anni fa si è rivolto al Centro Polifunzionale per la Famiglia “Vittoria Quarenghi”, che fa parte del Movimento della Vita, che ha fornito il supporto necessario per il lattante, raccogliendo la sofferenza e la disperazione del signor El Mahroug che ha sempre trepidato per la sorte della propria figlia. In quella occasione il Centro, mediante il proprio legale di fiducia, ha aiutato i coniugi a cercare la figlia.
L’amarezza, per le vicende riguardanti la figlia, ha portato El Mahroug a chiudersi in sé stesso, stanco anche di essere perseguitato da giornalisti e curiosi che hanno assediato la sua casa e la sua vita in questi ultimi mesi. Ma la stessa amarezza lo porta oggi non solo ad autorizzare queste poche righe, nel rispetto della verità, ma anche a voler fare luce sull’operato di quanti, comunità, Forze dell’Ordine, pur avendo in carico le sorti della figlia minorenne, non l’hanno saputa proteggere, lasciando che, pur essendo ricercata e quindi ben nota dalle stesse, fosse tranquillamente avviata alla prostituzione».
LETIZIA SALVO