Il dato fornito da uno studio dell’Eurobarometro e dell’Unione Europea è preoccupante: le percentuali del lavoro nero in Italia si assestano intorno al 16-17%, a fronte di una media comunitaria del 5%. Numeri allarmanti, che aumentano man mano che ci si addentra nel sud Italia. Lo sottolinea Maurizio Bernava, segretario provinciale della Cisl, secondo il quale il dato «è la conferma ufficiale che l’illegalità nei rapporti di lavoro e l’evasione fiscale devono diventare ed essere aggredite come emergenza nazionale. Ancora più grave è la situazione nel Sud Italia dove in alcuni settori si raggiunge un’illegalità anche del 40%; ancora più grave nel nostro territorio dove il lavoro nero, l’evasione contributiva e l’illegalità dilagante nell’economia sono sinonimo di una vita quotidiana fatta di ricatti per migliaia di lavoratori di ogni generazione. Contro il lavoro nero, l’illegalità e la mancanza di sicurezza sul lavoro la Cisl avvierà una vera e propria offensiva vertenziale sul territorio per chiedere alle istituzioni preposte al controllo di intervenire con strumenti forti ed efficaci sino alla sospensione delle attività lavorative, così come previsto dalla legge 123/2007. Una normativa forte e applicabile a tutti i settori che anche a Messina deve essere applicata subito. Bisogna puntare, inoltre, sui controlli preventivi sul rispetto delle norme da parte delle aziende che si aggiudicano gli appalti; la realtà dimostra che in provincia di Messina, sinora, sono stati omissivi tutti gli Enti committenti di lavori e appalti – conclude Bernava – a cominciare da quelli che operano con finanziamenti pubblici».