Il Piano della giunta Crocetta per il futuro delle autostrade dell’isola è ancora in embrione ma già ha scatenato le prime polemiche.
Il percorso di trasformazione del super carrozzone Cas in società mista a braccetto con l’Anas è da settimane all’attenzione del governo regionale che ha predisposto un Piano operativo per cambiare il volto di una rete autostradale tra le peggiori del Paese. Il governo riconosce che il Cas è un’anomalia nazionale, dal momento che è un Ente pubblico non economico e partendo da questo presupposto ha individuato nella società mista la soluzione di tutti i mali. L’assessore regionale Pistorio però, nel presentare al Giornale di Sicilia i vantaggi, a suo dire, del Piano ha anche ipotizzato l’istituzione del pedaggio a conclusione della fase di ammodernamento della rete anche per le autostrade Palermo-Catania e per quelle in fase di completamento (Siracusa-Gela e Gela-Mazara del Vallo). L’esponente Udc ha chiarito che “sarà un pedaggio socialmente sostenibile e non servirà a fare profitto ma a coprire costi di gestione e manutenzione", ma tanto è bastato a scatenare le polemiche al punto da spingere sia Pistorio che lo stesso Crocetta a gettare acqua sul fuoco. L’assessore ha specificato all’Ansa che i pedaggi saranno introdotti soltanto dopo l’ammodernamento della rete “ inoltre essendo pubblica la società non incasserà i pedaggi per fare profitti ma per gestire la rete nel migliore dei modi".
Stessa posizione per Crocetta. “Non esiste alcun incremento dei costi delle tariffe autostradali, né tanto meno l'estensione del pagamento a tratti attualmente non coperti dal pagamento del pedaggio. Si potrà parlare di pagamento di nuove tariffe, quando si completerà la rete autostradale siciliana, notoriamente incompiuta, con il completamento della Siracusa-Gela e la realizzazione della Gela-Mazara del Vallo. In tale contesto, il governo sarà disponibile a rivedere il sistema tariffario; fino ad allora non se ne parla minimamente".
A sparare a zero infatti era stato il capogruppo Ars di Forza Italia Marco Falcone: “La Messina-Catania per cui paghiamo un pedaggio salatissimo è un percorso ad ostacoli. Questo governo non riesce ad intercettare risorse e le ripercussioni le pagherà la nostra economia già in ginocchio. Il governo Crocetta invece che investire tassa i siciliani”.
Insomma il Piano operativo parte già col piede sbagliato. Ne sanno qualcosa gli automobilisti che percorrono la Messina-Palermo e la Messina-Catania pagando pedaggi vergognosi rispetto allo stato delle due autostrade ed ai servizi resi.
Basterebbe soltanto portare ad esempio la vicenda del Viadotto Ritiro e 4 anni di disagi scandalosi per capire che puntare ad una società mista con “dentro il Cas” è già voler perdere metà partita, se poi ci aggiungi pure il pedaggio a carico degli utenti si profila un futuro nero per i siciliani. Da decenni i messinesi portano avanti istanze di ogni tipo per l’abolizione del pedaggio ad Ortoliuzzo (che è tangenziale) senza riuscire ad ottenere nulla, per non parlare del fatto che nonostante i disagi del Viadotto Ritiro il Consorzio non ha mai pensato di ridurre il pedaggio-beffa. Non possono certo definirsi rivoluzioni le minime modifiche adottate solo per i possessori di Telepass ed in alcune fasce orarie ed in un solo casello.
Non sarebbe male a questo punto, con la nascita dell'ex Cas-Anas, approfittarne per eliminare il pedaggio anche dalla A/18 e dalla A/20, sarebbe un equo risarcimento.
Tornando al Piano l’assessore Pistorio pensa ad una società mista nella quale la Regione continuerà a “sistemare uomini nelle poltrone giuste” dal momento che "la governance societaria dovrà assicurare alla Regione attribuzioni azionarie e giuridico-statutarie che consentano di imprimere al nuovo soggetto gli indirizzi strategici e di svolgere il continuo controllo”. Detto in parole povere, anche nella società mista spetterà alla Politica decidere chi siederà nelle poltrone e prenderà le decisioni.
Rosaria Brancato