Dopo i primi giorni necessari per “ambientarsi” a Palazzo Zanca, l’amministrazione Accorinti è pronta ad accendere i riflettori sulle società partecipate. I bilanci di Atm, Messinambiente ed Amam non fanno storia a sé ma sono indissolubilmente legati ai conti, in rosso, del Comune e per salvare l’ente dal default bisogna fare chiarezza anche sullo stato delle casse delle sue aziende. «Stiamo lavorando proprio a questo» spiega con il suo temperamentp serafico il vicesindaco nonché assessore al bilancio Guido Signorino, che inserisce tra le priorità dell’amministrazione Accorinti la soluzione del contenziosi legale tra Ato e Messinamebiente. «Piuttosto che proseguire con le controversie vorremmo riuscire a sanare le vicende legali ».
Non potendo ancora entrare nel dettaglio dei problemi che attanagliano le singole società partecipate, per via del poco tempo trascorso dal momento dell’insediamento della nuova giunta, Signorino fa capire chiaramente che l’amministrazione comunale sta seriamente prendendo in considerazione l’ipotesi di tornare indietro sulla messa in liquidazione tanto di Messinambiente quanto dell’Atm.
«La procedura liquidazione di Messinambiente è volontaria e pertanto revocabile, valuteremo il piano industriale e se sarà credibile, manterremo in vita la società che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti» spiega il vicesindaco, che manifesta lo stesso intendimento anche per l’Azienda di trasporto pubblico. In questo caso, Signorino sottolinea di volersi confrontare con il commissario Domenico Manna e l’assessore al ramo Gaetano Cacciola e che comunque la precondizione sarà un serio piano industriale. Come si ricorderà, sulla liquidazione dell’Atm si è già espresso favorevolmente anche il Consiglio Comunale, che ha votato un’apposita delibera , la quale- nel caso di ripensamento da parte dell’amministrazione Accorinti – dovrebbe essere revocata dallo stesso organo consiliare.
Partecipate a parte, in quel di Palazzo Zanca, potrebbe presto registrarsi un terremoto negli uffici dell’area economico-finanziaria. Esattamente come fece a suo tempo il commissario Luigi Croce, anche Signorino ha deciso di “sfiduciare” il ragioniere generale Ferdinando Coglitore, che potrà emettere pagamenti solo su sua indicazione e dovrà tenere aggiornato il vice-sindaco su tutte le spese e le entrate del Comune. Contattato telefonicamente, Coglitore ha spiegato di aver già chiarito con Signorino: «Gli ho detto che nell’esercizio delle mie funzioni continuerò ad essere autonomo, così come prevede la legge, anche se di volta in volta ci potremo confrontare sulle singole questioni», ci confessa al telefono il ragioniere generale, che nel frattempo si appresta ad usufruire di circa un mese di ferie, assicurando la sua presenza ogni volta che «dovrà garantire il servizio». In pratica, Coglitore rientrerà dalle vacanze ogni qual volta dovrà apporre la sua firma su un atto. E così tra un giorno di ferie ed uno di lavoro arriverà al momento fatidico, ormai vicino, del pensionamento, che scatterà a partire dal primo settembre.
Al destino di Cogliore si lega quello del suo più stretto collaboratore, il dirigente Responsabile al Bilancio, Giovanni Di Leo, che sulla carta sarebbe il suo sostituto naturale a capo della Ragioneria di Palazzo Zanca. Di Leo, però, ha chiesto il trasferimento per «incompatibilità ambientale» e la richiesta, dalla motivazione non molto chiara, è al vaglio del sindaco Renato, a cui spetta l’ultima parola. Nei corridoi di Palazzo Zanca, gira voce che a prendere il posto di Coglitore alla fine potrebbe essere Antonino Cama, attualmente dirigente al personale ed allo staff dell’Ufficio di Gabinetto. (Danila La Torre)