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“Solo una Messina con meno auto può diventare vivibile”

MESSINA – “Liberare gli ambienti urbani dalle auto”. Pubblichiamo un intervento di Giuseppe Saija, esperto in mobilità ciclabile e animatore del gruppo Facebook Messina Ciclabile. Il tutto mentre si discute del 96esimo posto, prima era 98esima, di Messina nella classifica di ItaliaOggi sulla qualità della vita. In una città (come si evince dalla foto) in cui domina la doppia fila, è possibile prevedere un nuovo modello di mobilità urbana, mentre si discute sul Piano generale del traffico urbano approvato dal Consiglio comunale. L’intervento di Saija si concentra su una nuova idea di città, lontana da come è stata concepita Messina negli ultimi trent’anni.

“Tutte le città ricche riducono gli spazi per le auto”

Faccio qualche considerazione. Andiamo a vedere cosa fanno le altre città. Quelle ricche, per intenderci. Le città del nord Italia o le grandi città europee, Milano, Parigi, Bruxelles, Amsterdam, Londra, etc. Tutte, dico tutte riducono gli spazi per le auto. Perché lo fanno? Sono degli irriducibili fessacchiotti ambientalisti? Ovvio che no. Certo, c’è di mezzo l’obiettivo dell’abbattimento delle emissioni, cui tutte le città sono tenute a contribuire. Il che significa che in qualche modo anche Messina non ha scelta e che le politiche messe in atto dall’amministrazione devono collocarsi all’interno di un quadro politico nazionale ed europeo che va proprio in quella direzione.

Ma torniamo a Milano, Parigi e compagnia bella… Togliere auto significa sì, avere città meno inquinate. Ma significa anche recuperare spazi di socialità. Per i bambini ad esempio, che spesso in un ambiente urbano non hanno spazi sufficienti per la vita all’esterno. Significa recuperare qualità urbana, il piacere di muoversi in un ambiente accogliente e curato, che non sia solo lo spazio (pochissimo) residuale lasciato da auto parcheggiate ovunque.

“Parliamo di una città che ha perso 45mila abitanti in 30 anni”

Significa anche fare in modo che i centri delle città offrano un’esperienza piacevole a chi ci va. Provate a proporre ad esercenti e commercianti di Padova, di riaprire il centro storico alle auto. O a Milano, di far ripassare le auto sui navigli. Spesso si arriva a conclusioni facili sull’impatto delle politiche di mobilità sul commercio, come se nei negozi entrassero le auto e non le persone. Nessuno che ricordi come Messina ha perso circa 45.000 abitanti in una trentina d’anni (intorno al 17% della popolazione degli anni ’80), e che come tutte le città subisce l’impatto delle vendite online e dei centri commerciali. A me sembra chiaro che la riduzione delle auto sia uno dei punti di partenza per rendere Messina più vivibile. In Olanda la gente scendeva in strada negli anni ’70 per liberare gli ambienti urbani dalle auto.

Da ricordare: a Messina ci sono circa 600 auto ogni mille abitanti, un dato simile a quello di molte altre città del sud. C’è, invece, uno scarto di oltre 10 punti percentuali con la situazione di Milano e Genova, che si attestano su rapporti di circa il 50% (cioè 500 auto ogni mille abitanti).

Oggi siamo tutti pronti a meravigliarci, quando ci andiamo, di come siano belle le città a misura d’uomo, dove vanno in bici anche bambini ed anziani, dove non trovi continue distese di lamiere ad ostruirti l’accesso ai marciapiedi e agli spazi urbani. Ma dico, da qualche parte vogliamo iniziare, o rimaniamo in macchina a inviperirci per un problema di cui siamo causa attiva?

Giuseppe Saija