Parco mezzi insufficiente uguale servizio inefficiente. Un’equazione perfetta, sintomo di una crisi che diventa sempre più profonda e dalla quale l’Atm fa fatica a venire fuori, trascinando verso il baratro gli utenti che usufruiscono del servizio pubblico ed i lavoratori, costretti a subire ritardi nei pagamenti degli stipendi. Una situazione drammatica, per la quale l’attuale amministrazione comunale guidata dal sindaco Giuseppe Buzzanca ha trovato una soluzione, la messa in liquidazione, che non convince parte della politica ma soprattutto non incontra il favore dei sindacati, da mesi sul piede di guerra. Dopo il recente intervento unitario delle sigle sindacali Filt-Cgil, Uilt-Uil, Osa, Ugl, Faisa –Cisal e Cub (vedi articolo correlato) è la Fit-cisl ad analizzare le cause di una crisi, sottolineando «come dopo l’incontro presso l’Assessorato regionale dello scorso mese di agosto, è calato nuovamente un apparente silenzio»
Secondo il segretario aziendale della Fit Cisl di Messina all’Atm, Lillo Sturiale a farne le spese sono i lavoratori, «costretti ad elemosinare mensilmente il diritto allo stipendio e i cittadini alla ricerca di un servizio che oggi, alla ripresa delle attività dopo la pausa estiva, evidenzierà per intero l’inadeguatezza rispetto le necessità di mobilità della città. L’Atm, infatti, – scrive Sturiale in un comunicato – è un’azienda di trasporto senza mezzi di trasporto visto che giornalmente, solo per mera statistica, mette in servizio 35 autobus con la consapevolezza però che almeno il 30% rientrerà subito in deposito perché non in grado di circolare. Analogo discorso per il Tram: giornalmente due dei sei mezzi circolanti sono costretti a rientrare per guasto. Il vero problema dell’ATM – spiega ancora Sturiale – è la mancanza di autobus efficienti, ma è la cima dell’iceberg alla cui base serve una seria guida manageriale, che come Cisl da anni richiediamo. Un manager in grado di fare scelte oculate e programmare un percorso finanziario di rilancio dell’azienda».
Il rappresentante sindacale è convinto che per «un servizio dignitoso alla città sarebbero indispensabili 80 autobus». Un traguardo ambizioso ma non impossibile perché – sempre secondo Sturiale – «con meno di 500mila euro potrebbero essere rimessi in servizio i mezzi che giacciono inutilizzabili nel deposito in attesa di manutenzione».
Anche la Fit Cisl, come le altre sigle sindacali non vede di buono occhio l’ ipotesi liquidazione considerata come « il tentativo di nascondere un palese fallimento politico visto che non si intravede all’orizzonte nessun piano alternativo che vada nella direzione del rilancio dell’azienda».
Sturiale – in conclusione del documento – si dice pronto – ad un confronto aperto e concreto con le amministrazioni e le altre parti sociali, che può però essere utile solo se i protagonisti saranno in grado di sgombrare il campo da guerre ideologiche e inutili strumentalismi per mettere al centro esclusivamente il bene comune dei lavoratori dell’ATM e dell’intera comunità messinese».(Danila La Torre)