Casa Serena chiuderà solo momentaneamente per eseguire i necessari lavori di messa a norma. E’ quanto emerso dall’incontro odierno che si è tenuto oggi a palazzo Zanca, tra il commissario del Comune, Luigi Croce, il dirigente del dipartimento ai servizi sociali, Salvatore De Francesco, l’esperto alle partecipate, Nino Dalmazio, e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Oceano, Genovese e Amato.
L’obiettivo è quello di "operare nel rispetto dei princìpi della legalità, andando incontro alle esigenze degli anziani, garantendone l’assistenza socio-sanitaria ed i servizi a loro destinati, e tutelando i livelli occupazionali".
Il progetto di messa a norma prevedeva inizialmente una spesa di 5 milioni e mezzo di euro, inaffrontabile per il Comune. Adesso si sta cercando di limitare gli interventi al minimo indispensabile per mettere in sicurezza la struttura. Potrebbero quindi bastare 700mila euro, somma che è stata già impegnata proprio a tale scopo. Gli uffici comunali sono al lavoro per predisporre la progettazione, poi si dovrà procedere all’appalto.
Un primo intervento, un cottimo fiduciario per l’adeguamento dell’impiantistica, da circa 80mila euro è stato già appaltato. Per la parte più corposa prevista, sono allo studio le soluzioni tecniche possibili per attuare i correttivi più urgenti.
A chiusura dell'incontro odierno, arriva il pensiero del segretario generale della Cisl, Tonino Genovese: "C’è un impegno del Commissario straordinario Croce a non chiudere definitivamente Casa Serena. Sarà un tavolo che si aprirà lunedì con gli uffici del Comune a dover risolvere problemi tecnici e finanziari e a dover affrontare il nodo della tutela degli anziani e quella occupazionale dei lavoratori con la messa a norma di Casa Serena. Croce non vuole smantellare, ma vi sono due punti da tenere in considerazione. Il primo è il dissesto. Il secondo è la necessaria riorganizzazione complessiva dell’offerta dei servizi sociali". Intanto gli uffici comunali stanno avviando le procedure per i progetti finanziati dai fondi della legge 328/2000 per interventi e servizi sociali. “Ma se va bene occorreranno almeno quattro mesi per farli partire”, ha detto il segretario della Cisl.
E nell’ambito dei servizi sociali c’è anche un altro scottante problema da risolvere, quello degli otto Centri di aggregazione giovanile dislocati nelle zone più disagiate della città. L’attuale appalto scadrà a febbraio e in questo momento è impossibile un rinnovo. Anche questa vicenda, come le altre del settore, è riconducibile alla mancata approvazione del bilancio di previsione. Qualora si dovesse raggiungere questo risultato, si procederà ad una proroga tecnica per non interrompere il servizio in vista dei nuovi bandi. Viceversa 240 minori potrebbero restare senza un valido punto di riferimento e 72 operatori sociali senza lavoro.
(Marco Ipsale)