L’ultima puntata della saga dello svincolo di San Filippo, o meglio del cedimento dell’asfalto dovuto al progressivo svuotamento del terreno sottostante la bretella autostradale, è datata 8 luglio (vedi articoli correlati). NelI’occasione fu convocata una seduta straordinaria del consiglio della II circoscrizione tra gli scranni dell’aula consiliare, a cui prese parte anche l’assessore alle manutenzioni Pippo Isgrò. In quella sede il rappresentante della giunta Buzzanca aveva sottolineato la necessità di stringere i tempi cercando di predisporre un progetto di intervento organico e definitivo. Il periodo “settembrino” era stato indicato come scadenza per fare il punto della situazione di ritorno dalle vacanze estive, sperando di accogliere preparati l’autunno che bussa alle porte.
Ieri mattina nuovo sopralluogo a San Filippo, lì dove l’asfalto è imploso su sé stesso a causa del progressivo svuotamento sottostante favorito dal passaggio dell’acqua che ha determinato un pericoloso effetto sifonamento, ovvero risucchio, che piano piano ha trascinato via il terreno di sostegno favorendo il crollo sia del lato destro che del lato sinistro dell’alveo torrentizio. La strada, proprio per questo, è chiusa al transito ormai da quattro anni e la verifica effettuata ventiquattrore fa dall’assessore Isgrò, accompagnato dai tecnici che si occuperanno di redigere il progetto, gli ingegneri Orazio Scandurra e Antonino Cortese, dagli esperti dell’Amministrazione comunale, Luigi Maria Giacobbe (consulenza nelle problematiche edilizie) ed Edoardo Milio (opere territoriali) e dal geologo Sergio Dolfin, hanno confermato l’elevato rischio che continua ad interessare la strada arginale.
Per cercare di capire un po’ meglio l’aspetto “geografico/territoriale del problema che riguarda l’arteria, ci siamo rivolti proprio al geologo Dolfin, il quale ha ribadito la necessità di effettuare, in attesa di una progettazione definitiva, interventi tampone che possano prevenire il peggio: «La situazione è particolarmente critica, soprattutto sul lato destro, dove la parte al di sotto del torrente è quasi del tutto svuotata e ciò rende evidentemente poco stabile la strada. Anche se si tratta di interventi di mitigazione è necessario metterli in atto. Essendoci un problema di risorse finanziarie, non rimane che ricorrere ai lavori da effettuare con i mezzi del movimento terra, riempire lì dove si è creato lo svuotamento».
Importante per la fase di progettazione, anche uno studio che riguardi l’intero bacino, per capire quale sia la portata dell’acqua che viene giù nel letto del torrente ed effettuare i relativi calcoli idraulici sulla base dei quali ricreare nuove briglie di contenimento. Analisi queste ultime, che verranno effettuate proprio dal geologo Dolfin.
Per quanto concerne invece l’aspetto amministrativo, ci siamo rivolti all’assessore Isgrò che riconoscendo l’urgenza della situazione ha affermato: «Entro un mese e mezzo il progetto potrebbe essere pronto». Questi i tempi della “carta”, nella pratica, eccezion fatta per gli interventi da eseguire con i mezzi del movimento terra o qualche altra piccola opera di mitigazione, non rimane che sperare nella clemenza meteorologica. Che negli ultimi anni però non sembra più essere “cosa messinese”. (ELENA DE PASQUALE)